Il triplice fischio finale del duello con il Basilea, che ha determinato il risultato finale di 2-1 a favore del Lugano, si è udito da pochi istanti e mister Maurizio Jacobacci è pronto per analizzare i novanta minuti proposti dai suoi ragazzi nella consueta conferenza stampa post-partita. Ecco, dunque, le sensazioni «a caldo» del 58enne tecnico del Lugano
«Innanzitutto, devo fare una grandissimo complimento alla squadra. Abbiamo iniziato forte, con tre tiri in porta nei primi minuti. Poi, c’è stato un piccolo sbandamento, ma Noam Baumann ci ha salvato in un paio di occasioni. Inoltre, da sottolineare il gol annullato per un leggero fuorigioco di Joaquín Ardaiz. Nella prima frazione siamo già stati migliori di loro. È stato insomma un bel Lugano da vedere. L’infortunio occorso ad Ákos Kecskés ha un po’ cambiato i piani. E come a Vaduz ho voluto intervenire con cambi offensivi. Il nostro lavoro difensivo è stato ottimale. Il gruppo ha giocato un gran calcio, con una manvora fatta di due tocchi. Il secondo tempo è stato dominato e le reti che sono arrivate sono state davvero belle. Era da tanto tempo che non vincevamo in casa e le nostre intenzioni erano riprendere questo discorso. Ce l’abbiamo fatta.
Ho visto che la squadra teneva molto bene il campo, non subendo praticamente mai le loro ripartenze. Con un elemento come Asumah Abubakar avevamo dei punti di riferimento là davanti. Poi, Mattia Bottani è in uno stato strepitoso di forma. Se la qualità della squadra è quella che si è vista, bisogna dare merito anche a chi non ha potuto essere convocato. In allenamento non si arrendono mai, continuano a lavorare in maniera ottimale e aiutano i loro compagni che scendono in campo. Come lo stiamo vivendo oggi, Mattia è un atout in più per tutto il gruppo. Lui sta giocando così grazie a dei compagni che lo sostengono e capiscono le sue giocate. Il livello è veramente alto.
La pausa-nazionale? I ragazzi hanno bisogno di ricaricare le batterie, lavorando con tranquillità e serenità e abbassando un po’ l’intensità nella prossima settimana per poi riprendere quella successiva e andare a Ginevra per giocarcela. Andare alla sosta in questa maniera è perfetto».