Storia della nazionale 9: i mondiali del 1962 e del 1966 con la nuova TV da Lugano Paradiso

scritto da Walter Savigliano

Le mani di Karl Rappan sembrano davvero saper plasmare la Nazionale rossocrociata e la conferma si manifesta al San Giacomo di Basilea, nell’ottobre del 1960, quando nell’ultima amichevole di preparazione per le qualificazioni ai Mondiali 1962, i nostri battono la Francia per 6-2, con ben 5 reti realizzate da Josef Hügi, padrone di casa e un record di gol in una singola gara della Nazionale, che rimane tuttora imbattuto.

Il girone di qualificazione ai Mondiali del 1962 con Belgio e Svezia risulta essere fra i più difficili ed equilibrati in assoluto e infatti, come vedremo, finirà con uno spareggio. Le gare di andata e ritorno si svolgono nell’arco di 1 anno da ottobre 1960 a novembre 1961, compresa l’appendice del play-off, senza peraltro alcuna gara amichevole disputata all’interno del periodo, almeno da parte rossocrociata.

I giochi si aprono il 19 ottobre 1960, giorno in cui i vice-campioni del Mondo svedesi battono a Stoccolma il Belgio per 2-0, poi il 20 novembre la Svizzera esordisce battendo a Bruxelles il Belgio: 4-2 con tripletta di Antenen (alla sua 50ª presenza in Nazionale) e gol di Heinz Shneiter dello Young Boys, alla sua prima rete in Rossocrociato. Si giunge così alla pausa invernale in testa al girone a pari punti con gli scandinavi, ma mentre nei primi mesi del 1961 Belgio e Svezia disputano alcune gare amichevoli, i nostri ritornano in campo solo il 20 maggio 1961, per affrontare nella gara di ritorno il Belgio a Losanna. Ne esce una vittoria striminzita, ma meritata, con doppietta nei primi 20 minuti del 35enne Robert Ballaman, veterano per l’occasione tornato capitano della Nazionale, a cui risponde solo una rete all’80’ del belga dello Standard Liegi Roger Claessen. Per capire quanto i Nostri abbiano sofferto nel finale, basti dire che Edy Tacchella, libero ticinese all’esordio in Nazionale, sia stato il migliore in campo, nonostante gli ospiti giocassero in 10 uomini fin dal primo tempo.

Col Belgio praticamente eliminato dopo le prime 3 gare (e altrettante sconfitte), Svizzera e Svezia si giocano da qui in avanti la qualificazione in Cile. Solo 8 giorni dopo la gara di Losanna, il calendario prevede la trasferta dei nostri in terra di Svezia, dove, al Rasunda Stadion incontrano i vice-campioni del Mondo in carica. La partita purtroppo non ha storia, sotto di 2 reti all’intervallo e con l’espulsione di Heinz Shneiter, i Rossocrociati alla fine soccombono per 4-0. Questa è anche l’ultima gara in Nazionale per Ballaman, dopo 50 partite e 19 reti realizzate. Trascorsa l’estate, le gare del girone riprendono a ottobre, quando la Svezia in trasferta in Belgio batte i “diavoli rossi” a domicilio per 2-0, con doppietta di Yngve Brodd. L’ultima sfida in programma è quella del 29 ottobre 1961 al Wankdorf di Berna, partita in cui i Nostri hanno l’obbligo di vincere per costringere gli Svedesi allo spareggio (all’epoca venivano considerati solo i punti in classifica per determinare le posizioni, nessun’altra discriminante). Alle ore 15:00 tutto è pronto e l’arbitro Aston (successivamente protagonista in negativo ai Mondiali cileni) può dare il via alla gara. Passa solo 1 minuto e gli scandinavi sono già in vantaggio: la rete di Agne Simonsson sembra gelare le speranze nostrane, ma fortunatamente, dopo soli 9’ il capitano rossocrociato Antenen porta in parità le squadre. In Svizzera il Servette è dominatore assoluto del campionato da alcune stagioni, nonostante ciò, unico giocatore dei granata in Nazionale è il centravanti Rolf Wüthrich: costui, al 67’ porta in vantaggio i Rossocrociati e riaccende le speranze per arrivare allo spareggio. Passano alcuni minuti e gli svedesi sono di nuovo in parità, con la rete del 2-2 di Yngve Brodd, quello della doppietta in Belgio…. I nostri, però, non mollano e Norbert Eischmann, in forza allo Stade Francais di Parigi, all’80’ ottiene il definitivo 3-2, conducendo le 2 squadre al tanto sospirato spareggio, che la FIFA deciderà di far giocare a Berlino, laddove solo pochi mesi prima era stato eretto il famoso muro.

Così, il 12 novembre 1961, allo stadio Olimpico, Svizzera e Svezia si giocano le possibilità di accedere al Mondiale di Cile ’62. Per l’occasione Rappan convoca e manda in campo 3 ‘stranieri’: Anton Alleman del Mantova e il duo Norbert Eischmann & Philppe Pottier dello Stade Francais. L’inizio della sfida è favorevole agli scandinavi, che vanno in rete al 20’ col solito Yngve Brodd, centrocampista dal gol facile. Chiuso il primo tempo in svantaggio, i nostri scendono in campo per la ripresa trasformati, consci del fatto di doversi giocare il tutto per tutto. I 3 ‘stranieri’ si scatenano e in 10’ i Rossocrociati ribaltano una situazione che a mezzora dalla fine sembrava compromessa. Al 64’ Eischmann su punizione offre la palla del pareggio al lungo difensore Heinz Schneiter dello Young Boys e poco dopo il capitano Charles Antenen batte per la seconda volta il portiere svedese. Le cronache dell’epoca riportano di un Rappan per la prima volta piangente per l’emozione e i complimenti per la qualificazione ottenuta vengono indirizzati alla squadra anche da Sir. Stanley Rous, presidente della FIFA e presente personalmente allo stadio di Berlino.

Unica gara amichevole di preparazione ai Mondiali cileni è quella contro l’Inghilterra a Wembley, nel maggio del 1962. Sarà l’ultima volta del portiere Antonio Permunian in rossocrociato (al tempo in forza al Lucerna), che a causa del disastroso primo tempo viene sostituito a inizio ripresa da Kurt Stettler al debutto in Nazionale e pur rientrando nella lista dei 21 convocati per Santiago, non sarà mai chiamato in gara ai Mondiali. La sfida con gli inglesi termina col medesimo risultato della fine del primo tempo (3-1) e al ritorno la squadra è molto criticata per il NON-gioco praticato a Londra. Ma non c’è tempo per le polemiche: Rappan dirama la lista dei convocati in fretta e furia (neanche un appartenente a una squadra ticinese presente) e la delegazione parte alla volta del Sudamerica, laddove la squadra alloggerà nei locali della scuola Svizzera di Santiago, un ‘bunker’ inespugnabile anche per gli stessi giornalisti elvetici.

Il girone della Svizzera è davvero di ‘ferro’: ne fanno parte i padroni di casa cileni, la Germania Ovest e l’Italia, peggio di così non poteva andare. Debutto proprio contro il Cile, il 30 maggio 1962, nella gara inaugurale del torneo, presenti allo stadio Nazionale Stanley Rous e Ernst Thommen di Basilea, presidente e vice-presidente della FIFA. Dopo soli 7’ i rossocrociati sono in vantaggio, con rete di Wütrich e questa rimarrà praticamente l’unica gioia per questo Mondiale. Infatti, un solo minuto prima dell’intervallo i padroni di casa pareggiano con Lionel Sanchez e poi nel secondo tempo chiudono la partita sul 3-1. L’altra gara del gruppo vede Germania e Italia pareggiare per 0-0 e questo risultato costringe i tedeschi a dover vincere assolutamente la gara con la Svizzera del 3 giugno, pena la quasi certa precoce eliminazione dal torneo iridato. I tedeschi giocano in realtà davvero pesante con l’intento di intimidire i nostri e a farne le spese è Norbert Eischmann che dopo soli 13’ di gioco si vede fratturare il perone da un’entrata assassina di Szymaniak; il centrocampista dello Stade Francais rimane stoicamente in campo fino all’intervallo, ma poi viene costretto alla resa dai medici della squadra. La gara viene vinta della Germania, che segna all’ultimo minuto del primo tempo e al 59’ con Uwe Seeler, i nostri riescono a rispondere con l’unico gol di Schneiter al 73’ e vengono aritmeticamente eliminati dalla competizione. L’ultima gara del girone vede di fronte le due squadre eliminate: Svizzera e Italia. Il risultato di 3-0 per gli azzurri serve solo per gli almanacchi.

Nota positiva di questi Mondiali è che per la prima volta gli appassionati hanno potuto vedere immagini calcistiche da oltre oceano, grazie alla neonata TV Svizzera che trasmetteva all’epoca da Lugano Paradiso. Così il bel gioco messo in mostra dal Brasile, che bissa il successo del 1958, superando la Cecoslovacchia nella finale di Santiago, fu ammirato da tantissimi telespettatori.

Dopo la pausa estiva, si giunge a novembre del 1962, quando la Svizzera è chiamata al debutto nelle qualificazioni per il Campionato Europeo del 1964, avversaria l’Olanda. Gara di andata ad Amsterdam, vinta per 3-1 dai padroni di casa, che nel giro di 2 minuti, nel secondo tempo superano per 2 volte il debuttante, ma incolpevole Felix Ansermet dello Young Boys. Altro debuttante elvetico nella gara, ma con ben diversa carriera è stato Kubi Kuhn, centrocampista emergente di un emergente Zurigo. Nel ritorno, giocato a Berna nel marzo del 1963, i nostri non vanno oltre il pareggio per 1-1 e sono gli ‘orange’ a passare il turno, per venire poi clamorosamente eliminati dal Lussemburgo nei quarti di finale. Nel periodo di tempo intercorso fra le 2 sfide con l’Olanda, i rossocrociati disputano altrettante amichevoli, la prima un paio di giorni prima di Natale del 1962 a Karlsruhe, in Germania, su un campo ghiacciato, per venire stritolati dei tedeschi per 5-1, la seconda un po’ esotica, in Marocco, il 13 gennaio 1963, dove forse distratti dal caldo (34° di differenza con la Germania), i nostri non trovano di meglio che perdere per 1-0 a Casablanca. Pur se con ben 5 debuttanti fatti esordire da Rappan, la squadra avrebbe comunque potuto e dovuto fare meglio, anche perché ormai le sconfitte consecutive sono salite a 7!

Archiviata con dispiacere la pratica degli Europei contro l’Olanda, le brutte notizie continuano ad arrivare per la squadra di Rappan, infatti, la gara amichevole successiva del 5 giugno 1963 contro l’Inghilterra si riduce ad una disfatta vera e propria. Solo 1 volta nella storia avevamo perso in casa per 8-1, l’avversario era il ‘Wunderteam’ austriaco di Hugo Meisl e la città era Basilea, stadio Landhof: 29 novembre 1931. Ora l’avversario è l’Inghilterra di Alf Ramsey, la città ancora Basilea, stadio San Giacomo, ma il risultato è identico: 8-1 per gli ospiti! Rappan, passando dal ‘catenaccio’ al modulo WM e facendo esordire tantissimi giovani, ottiene l’effetto contrario di quanto sperato, la confusione regna sovrana in seno alla squadra e sembra essersi innescato un vortice senza fine. Nemmeno la facile (sulla carta) gara amichevole casalinga successiva a novembre contro la Norvegia infonde vigore ad una formazione rossocrociata ormai allo sbando e i nostri sono superati con un secco 2-0 a Zurigo dagli scandinavi. Ormai la panchina di Karl Rappan è in bilico e, infatti, quella successiva, a Parigi il 23 novembre 1963, sarà l’ultima gara del tecnico austriaco: 80 volte sulla panchina della Nazionale Svizzera, con 29 vittorie 12 pareggi e 39 sconfitte. Il congedo di Rappan dai rossocrociati è un dignitoso pareggio per 2-2 contro i transalpini, che lascia ben sperare per il futuro.

Il posto di Rappan viene preso da Jiri Sobotka, tecnico cecoslovacco, già sulla panchina del Feyenoord in Olanda a fine anni ’50 e attualmente allenatore del Basilea dalla stagione 1961/62. Il suo compito è quello di traghettare la squadra fino al termine della stagione 1963/64, per le successive 3 gare amichevoli, tutte da disputarsi in casa. La prima, nell’aprile 1964, prevede la sfida col Belgio a Ginevra, vinta per 2-0, la seconda contro il Portogallo a Zurigo, vede i nostri soccombere 2-3 sotto i colpi dell’attacco del Benfica, una delle formazioni europee più forti all’epoca e l’ultima a Losanna contro l’Italia, nell’ambito dell’Expo, che si conclude con una sconfitta per 1-3.

Stagione nuova, allenatore nuovo, così a Sobotka, come da accordi, succede Alfredo Foni, che fin da luglio 1964 prende in mano le redini della Nazionale. Foni è uomo di grande esperienza internazionale, già campione Olimpico nel 1936 e Mondiale nel 1938 con la Nazionale italiana, guidò poi gli azzurri dalla panchina dal 1954 al 1960. L’esordio non è dei più agevoli, con la trasferta in Norvegia, a far visita ad una squadra che solo pochi mesi prima aveva inferto ai nostri una severa lezione a Zurigo. Nel primo tempo i rossocrociati tengono botta, chiudendo i primi 45’ in vantaggio per 2-1. Nel secondo, però, la Norvegia si ricorda di giocare in casa e con 2 reti negli ultimi 10 minuti batte inesorabilmente Karl Elsener. La seconda gara di Foni, giocata il 4 ottobre 1964 contro l’Ungheria a Berna, rende bene l’idea al nuovo tecnico circa lo stato di salute della Nazionale: un malato grave, ma curabile. Lo 0-2 subito dai rossocrociati da parte dei magiari, con doppietta di Florian Albert, astro nascente del calcio europeo, regala a Foni la consapevolezza dei punti forti della squadra e di quelli deboli, su cui lavorare maggiormente: le qualificazioni per i Mondiali del 1966 sono ormai alle porte e bisogna che la Svizzera torni ad essere protagonista attiva nel panorama calcistico internazionale. Il girone comprende Irlanda del Nord, Albania e la ‘solita’ Olanda.

Esordio a Belfast, dunque, dove il 14 ottobre quasi 30.000 tifosi scatenati aspettano i nostri a Windsor Park. Gara tutto sommato equilibrata, se non fosse che l’arbitro belga, al 1’ della ripresa inventasse un rigore per fallo inesistente sul diciasettenne George Best. Trasforma Crossan e per i nostri altra sconfitta, ma immeritata, stavolta. Niente di meglio che aspettare la gara di ritorno, che si giocherà esattamente un mese dopo, all’Olimpico di Losanna. Qui Foni ha la felice intuizione di far giocare ben 5 pedine del Losanna, praticamente tutto il blocco difensivo, più Stierli e Kuhn dello Zurigo e in avanti Roby Hosp, altro ‘padrone di casa’. Nonostante la rete iniziale di George Best, i nostri rimangono a galla e nella fase centrale della prima frazione realizzano le 2 reti che poi decideranno la sfida. Quentin al 28’ e Kuhn al 35’ gli autori dei gol. Concluso in sostanziale parità il doppio confronto con i britannici, è la volta di affrontare l’Albania: ad aprile 1965 a Tirana e il mese successivo a Ginevra. La doppia vittoria è d’obbligo, se la squadra di Foni vuole qualificarsi per i Mondiali del ’66. Uno dei numerosi debuttanti lanciati da Rappan nella gara giocata e persa in Marocco ad inizio 1963 era stato Andrè Daina, allora in forza allo Young Boys, ora nelle file del Servette. Daina, che poi diventerà famoso arbitro internazionale (fu arbitro di Juventus-Liverpool all’Heysel), viene richiamato da Foni per la gara con l’Albania e risulta essere pedina fondamentale. Suo, infatti, l’assist per la reta di apertura di Quentin al 21’, poi bissata da un rigore di Kuhn quasi allo scadere della gara. Il 2-0 finale non può che soddisfare i rossocrociati, che attendono con fiducia la sfida di ritorno allo Chermilles. Qua la gara si dimostra più insidiosa del previsto: passati in vantaggio ancora con un rigore di Kuhn al 10’, i nostri, invece che cercare il raddoppio per chiudere in fretta la pratica, preferiscono tenere palla senza affondare e si trovano alla fine della gara con un solo esiguo gol di vantaggio e la necessità di arginare gli attacchi albanesi, impegnati nello sforzo conclusivo per raggiungere il pareggio. Scampato il pericolo e, dunque, ottenuta la doppia vittoria sui tenaci avversari, la Svizzera si appresta ad affrontare l’ostacolo più duro del girone (l’Olanda), non prima di aver incontrato in amichevole per l’ennesima volta la Germania. Quella del 26 maggio 1965, pur persa per 0-1 a Basilea, rimane una gara importante per la nostra Nazionale, perché segna il ritorno di giocatori appartenenti a squadre ticinesi dopo diverso tempo di assenza. Infatti, debutta fin dall’inizio Vincenzo Brenna, attaccante del Lugano e nel secondo tempo, al posto di Elsener viene impiegato fra i pali Mario Prosperi, portiere del Lugano, nato a Melide.

Finalmente arriva la doppia sfida con gli ‘orange’: il 17 ottobre finisce 0-0 all’Olimpico di Amsterdam e il 14 novembre a Berna, sono i nostri a prevalere, stavolta, per 2-1, grazie alle reti di Hosp in apertura e di Anton Allemann, nel frattempo passato al Norimberga, a pochi minuti dallo scadere, dopo il pericoloso pareggio di Laseroms al 64’. La classifica del gruppo vede in questo momento: Svizzera 9 punti, Irlanda del Nord 7, Olanda 6, Albania 0. Per completare le gare manca solo Albania-Irlanda Nord, programmata per il 24 novembre 1965. Se i britannici battono gli albanesi, ci sarà un altro spareggio per l’ammissione alla fase finale dei Mondiali, con qualsiasi altro risultato, saranno i rossocrociati ad approdare in Inghilterra. La gara è combattuta e, nonostante i padroni di casa fossero già eliminati, danno filo da torcere ai nordirlandesi, costringendoli al risultato di parità: 1-1 e la Svizzera è qualificata per la fase finale!

Memore dell’esperienza precedente, quando una sola gara amichevole fu organizzata in preparazione del Mondiale ’62, stavolta la Federazione schedula ben 3 partite di avvicinamento a quello del ’66, ma, purtroppo, come vedremo, il risultato finale non sarà che il medesimo. Dapprima viene invitata per la prima volta in terra Elvetica la Nazionale dell’Unione Sovietica: 20 aprile 1966 al San Giacomo di Basilea. Risultato non proprio da buttar via, un 2-2 onorevole, anche considerando che solo dopo 9’ i sovietici erano in vantaggio per 2-0 e che questa squadra si piazzò al 4° posto in Inghilterra. Più disastrosa la trasferta a Budapest del 5 giugno 1966, quando i nostri vennero battuti senza attenuanti per 3-1 dai padroni di casa ungheresi e poi profetica di un mondiale difficile quella del 18 giugno 1966, conclusasi con un pareggio scialbo a Losanna contro il Messico.

Il gruppo della Svizzera in Inghilterra non era di più facili, in realtà e comprendeva la ‘solita’ Germania Ovest, la Spagna (campione d’Europa in carica) e l’Argentina. Tutte le gare dei rossocrociati si tennero all’Hillsborough di Sheffield ed è duro raccontare ancora una volta delle disfatte dei nostri, sul palcoscenico calcistico più importante. Quindi ci limitiamo ad una cronaca minimale: esordio il 12 luglio contro i tedeschi, con tanta voglia di batterli, ma alla fine del primo tempo siamo già sotto di 3 reti, che al termine della gara diventeranno 5-0. L’inizio della sfida con la Spagna sembra dare vigore alle nostre speranze: alla fine della prima frazione siamo in vantaggio per 1-0, grazie ad un gol di Quentin, ma un secondo tempo giocato malissimo permette agli spagnoli di ribaltare il risultato e la sfida si conclude col risultato di 1-2. Ultima gara con l’Argentina, che vale solo per la loro classifica: anche qua un primo tempo decente, ci consente di rimanere a reti inviolate, ma una ripresa sotto tono, permette ai sudamericani di vincere 2-0 e qualificarsi per i quarti di finale.

Ancora una volta si torna a casa da un Mondiale dopo il primo turno!

 

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