L’allenatore biancoblu: «La nuova conoscenza di noi stessi ha richiesto tempo, sforzo e dazio sul campo. Abbiamo basi importanti sia tecniche che umane. Di Cesare? Ho fatto fatica a comprendere la scelta. Barraza? Con lui è stato diverso. Tuttavia, addii e nuovi arrivi, fanno parte del gioco: è anche bello così perché ti danno la possibilità di conoscere tante nuove persone e condividere con loro idee, gioco e obiettivi»
LOCARNO – Intervista a Samuele Demir, allenatore del Solduno con il quale, dopo due stagioni di dominio in Terza lega culminate lo scorso giugno con una splendida promozione, quest’anno in Seconda lega è partito molto bene ma strada facendo si è un po’ raffreddato, forse non nel gioco ma sicuramente nei risultati, tanto che i biancoblu hanno chiuso il girone di andata con un solo punto di vantaggio sulla zona retrocessione.
CHALCIO – Ciao mister. Parliamo del campionato. Siete partiti bene (4 risultati utili consecutivi) poi però pian piano la squadra si è spenta, con un unico altro acuto alla 9ª giornata contro il Morbio (2-1 in pieno recupero), e avete finito il girone di andata un solo punto sopra alla zona retrocessione…
Samuele Demir: «Va bene. Tutto vero. Ma prima di tutto vorrei fare una premessa. Siamo tornati in Seconda lega dopo 11 anni, dominando in Terza due campionati di fila, con oltre l’80% di partite vinte, e solo 2 sconfitte. Siamo una squadra che, solo 2 anni e mezzo fa (luglio 2019) è ripartita dalle proprie ceneri. Attualmente la rosa è composta da 27 giocatori con un’età media di 23 anni, dunque giovane e aggiungo inesperta, considerato che solo 4 su 27 nostri giocatori ha già vissuto esperienze in questa categoria. In questa stagione, fissati gli obiettivi con la società e condivisi alcuni aspetti, sono arrivati dal “mercato” alcuni nuovi giocatori (10) mentre altri sono partiti, e tra questi ultimi alcuni che avevano inciso parecchio nella conquista dell’attuale categoria. La (nuova) conoscenza di noi stessi ha richiesto quindi tempo, sforzo e dazio sul campo. Premesso tutto questo, ritengo che i 12 punti che oggi abbiamo in classifica sono quelli che ci meritiamo, ma allo stesso tempo credo che siano 4/5 in meno rispetto a quelli che avremmo dovuto avere per quanto proposto sul campo. Complessivamente sono soddisfatto, visti i punti elencati, soprattutto perché questa squadra ha una base importante, dal punto di vista sia tecnico che umano, che ci ha permesso di fare davvero molto bene in diverse partite, anche quando abbiamo perso immeritatamente o pareggiato con la consapevolezza che avremmo potuto ottenere posta piena, con un pizzico in più d’esperienza, concretezza e gestione di alcuni momenti. Con il recupero di alcuni giocatori che ci sono mancati e l’innesto di qualche risorsa mirata, non potremo che far meglio nel girone di ritorno».
CHALCIO – Guardando i numeri mi sembra evidente che le difficoltà maggiori siano davanti: 10 gol segnati in 13 partite sono probabilmente troppo pochi per salvarsi. Premesso che anche con Di Cesare la squadra non è che segnasse a grappoli, con la sua partenza (metà ottobre) la situazione non è certo migliorata. Come si risolve il problema?
Samuele Demir: «Potrei nascondermi dicendo che non abbiamo attaccanti di ruolo, ma preferisco dire che dobbiamo essere più cattivi sotto porta. Esclusa forse l’ultima partita contro il Collina, prima abbiamo sempre creato diverse occasioni, anche quando eravamo in evidente emergenza, ma abbiamo anche sempre fatto fatica a buttarla dentro. Anche sulle situazioni da palla ferma abbiamo il dovere di migliorarci, sfruttandole meglio! I legni presi, i gol annullati e le parate dei portieri avversari non devono diventare un alibi: devono invece essere un incentivo a voler fare meglio! Come detto però, mi rasserena il fatto che la squadra è sempre stata brava a creare diverse opportunità, non fosse stato così sarei più preoccupato».
CHALCIO – Scusa se insisto, restiamo su Di Cesare, ho letto una sua dichiarazione in cui diceva che avrebbe lasciato il Solduno solo in caso di “una proposta irrinunciabile”, ma il suo passaggio al Ronco Valdengo (Eccellenza) non mi sembra la chiamata del Real Madrid, giusto? Inoltre, un’altra vostra partenza che mi aveva colpito in estate era stata quella di Nicolas Barraza (al Ravecchia). Entrambi sono stati protagonisti della vostra promozione in Seconda. Cosa pensi di questi due addii?
Samuele Demir: «È chiaro che sono dispiaciuto di non averli più in squadra. Se il primo era sicuramente il giocatore più talentuoso in rosa, il secondo è sempre stato un vero leader per i compagni. L’anno scorso Facundo (Di Cesare) ha fatto la differenza, quest’anno, in Seconda lega, anche lui ha incontrato delle difficoltà e non si è espresso come avrebbe potuto, complice anche qualche suo problema fisico e altre situazioni personali. L’essere andato in Eccellenza? Fosse stato un trasferimento allo Stresa o alla Biellese, squadre prossime alla Serie D, avrei anche compreso, ma al Ronco Valdengo, faccio fatica a comprenderne la scelta e soprattutto a condividerla, tenuto conto che il Solduno (società e staff tecnico) aveva centralizzato molto su di lui ed il ragazzo aveva dato la sua parola. Da parte nostra avevamo inoltre già discusso con alcuni dirigenti del Bellinzona in modo da poter capire se ci fosse per lui l’occasione di fare uno stage di qualche settimana con loro nel corso della preparazione invernale. Dispiace molto per come si è conclusa la sua esperienza al Solduno, gli auguro di raggiungere i suoi obiettivi sportivi perché è sempre stato quello che il giocatore si era prefissato».
«Per Barraza invece, il nostro ex capitano che ora gioca con il Ravecchia, il discorso è stato diverso. Per quanto ne sapevamo noi, lui aveva tentato il grande salto in Bulgaria, poi è tornato, ma piuttosto che far rientro in Argentina, ha colto l’opportunità che gli ha dato il Ravecchia ed è rimasto qui in Svizzera. Ormai gli addii fanno parte del gioco, così come gli arrivi e le conferme. Sono felice degli innesti di Cotarelo, Zanetti, Ferra e di altri, così come delle conferme di Dushanov, Camoesa, Fanti e del resto della rosa. Il futuro è ancora tutto da scrivere. Il bello del calcio è che c’è sempre la possibilità di conoscere tante persone e di condividere con loro idee, gioco ed obiettivi».
CHALCIO – Chiudo su di te mister e, come sto facendo anche con altri tuoi colleghi, ti chiedo: sogno nel cassetto di Samuele Demir allenatore? Ed infine: dove vedi il tuo Soduno a giugno?
Samuele Demir: «Il mio sogno come allenatore? Sarebbe il massimo poter allenare il Milan, la mia squadra del cuore, oppure il Bellinzona, che è la squadra della mia città natale e in cui vivo da sempre. Dove immagino il Solduno a giugno? Sicuramente sopra la linea che definisce le squadre retrocesse, ma dove esattamente è ancora presto per rispondere. Però permettimi una nota finale, la più importante, e riguarda Luca Cimmino, il mio fidatissimo vice che in questi primi due anni e mezzo in cui abbiamo lavorato insieme è stato un aiuto preziosissimo con la sua passione, la sua personalità e la sua disponibilità: grazie Luchino».
LA CLASSIFICA
Collina d’Oro 33 pt (13), Morbio 24 (13), Castello 22 (13), Balerna 21 (13), Arbedo 20 (13), Malcantone 19 (13), Vallemaggia 18 (13), Vedeggio 18 (13), Cadenazzo 16 (13), Sementina 15 (13), Agno 14 (13), Solduno 12 (13), Rapid Lugano 11 (13), Coldrerio 8 (13).