L’allenatore rossonero: «Siamo stati fragili di testa, ma alleno un’ottima squadra: la pausa è arrivata al momento giusto, nel ritorno saremo di nuovo pronti. Gli arbitri vivono con troppa pressione, noi dobbiamo aiutarli, ma vorrei anche vedere da parte loro un atteggiamento più disponibile. Ebibi e Hadzovic innesti importanti, che sapranno ritagliarsi il loro spazio»
LUGANO – Intervista a Gaetano Milano, allenatore del Cadenazzo (Seconda lega), alla sua prima esperienza su una panchina del calcio attivi dopo alcuni anni alla guida degli allievi A1 del Sementina (con cui ha vinto un campionato). Il Cadenazzo ha iniziato il campionato in modo positivo (quattro vittorie consecutive), ma poi sono arrivate le prime sconfitte alle quali la squadra ha fatto fatica a reagire tanto che ha chiuso il girone di andata solo tre punti sopra alla zona retrocessione.
CHALCIO – Ciao Gaetano, senza girarci intorno, prime quattro giornate molto bene, poi però una via crucis: nelle successive 9 gare avete infatti vinto solo una volta e avete chiuso l’andata troppo vicini alla zona retrocessione…
Gaetano Milano: «Non ha funzionato la testa, perché invece le gambe andavano. Non c’è stato un calo fisico, la squadra ha sempre giocato bene, abbiamo sbagliato in alcune occasioni e siamo stati punti, così sono arrivate le sconfitte (alcune decisamente immeritate). Perdere due, tre partite di fila ci ha tolto fiducia, che invece era a mille dopo l’ottimo inizio. Ecco spiegate le nostre difficoltà nella seconda parte dell’andata e la nostra classifica di oggi. La pausa è arrivata al momento giusto: dobbiamo ricaricarci, poi nel ritorno, sin da subito, sono sicuro che torneremo ad esprimerci come sappiamo e a fare punti. Nonostante il calo, complessivamente sono soddisfatto: il nostro obiettivo era, ed è, la salvezza, oltre a inserire giovani in prima squadra che possano giocare in Seconda lega, e sin qui li abbiamo rispettati entrambi. Ma non dobbiamo adagiarci, potrebbe essere un grosso rischio. Come detto dovremo ripartire subito forte, il recupero di alcuni giocatori importanti potrà darci quello che ci è mancato nel finale dell’andata, ma sarà la crescita generale dell’intera squadra a fare la differenza».
CHALCIO – Sei alla prima esperienza sulla panchina di una prima squadra, come la valuti? Aspetti positivi e negativi? Cosa della tua idea di calcio vorresti trasmettere ai ragazzi ma non sei ancora riuscito a fare?
Gaetano Milano: «Vero, è la mia prima esperienza con una prima squadra, ma in passato ho sempre allenato allievi A, quindi ragazzi relativamente grandi, che in buona parte ho ritrovato anche in questo nostro progetto al Cadenazzo. Quindi grosse differenze non le ho avvertite. Certo, il calcio in Seconda lega è diverso, però, e lo dico con una punta di dispiacere, pensavo che il livello fosse più alto. Nel senso che oggi, rispetto a quando facevo io la Seconda lega, mi sembra che il tasso tecnico si sia abbassato mentre invece sia aumentato l’aspetto fisico, della grinta, della cattiveria agonistica. Io ai miei ragazzi provo invece ad insegnare a giocare, ottenere il risultato attraverso il gioco, è questa la mia idea di calcio che cerco di trasmettere ai ragazzi. Alle volte ci riusciamo, altre no. E poi bisogna ammettere che, in questo senso, il nostro campo non ci facilità perché essendo piccolo esalta molto di più una calcio agonistico».
CHALCIO – Cadenazzo e arbitri. Durante il girone di andata ho sentito alcune volte il vostro presidente (Arnaldo Caccia, ndr) “lamentarsi” per alcune direzioni di gara non all’altezza: c’è un problema arbitri o le lamentele sono unicamente dettate dalla contingenza della partita, che magari non è andata bene? Proviamo a fare un discorso costruttivo…
Gaetano Milano: «Il discorso arbitri è complesso, a volte contraddittorio. Non esiste una ragione assoluta né da parte nostra (allenatori, giocatori, dirigenti) né da parte loro (classe arbitrale e Federazione). Però devo dire che soltanto in questi ultimi mesi in cui ho vissuto direttamente, in prima persona, la realtà della Seconda lega mi sono accorto della pressione psicologica esagerata (e immotivata) con cui certi arbitri vivono le partite. Hanno paura sia di sbagliare sia di fischiare. È troppo. Mai mi era capitato, come invece è avvenuto quest’anno, che un arbitro a fine gara venisse da me a chiedermi scusa ammettendo un errore fatto che aveva determinato il risultato finale della gara stessa a favore dei nostri avversari. Ma poi ci sono anche i casi in cui trovi arbitri che si sentono onnipotenti, che mancano totalmente di umiltà e collaborazione, e probabilmente anche in questo caso è perché avvertono una pressione psicologica che in realtà non dovrebbe esserci. Tutti dovremmo fare un passo indietro, noi aiutando di più gli arbitri, ma anche loro impegnandosi ad avere un atteggiamento diverso, e questo magari anche grazie all’aiuto della Federazione che dovrebbe investire in modo più concreto sugli arbitri, cercando anche di aumentarne il numero: sono troppo pochi».
CHALCIO – Ho già scritto delle vostre novità di mercato (qui l’articolo): come valuti questi cambiamenti? E poi mister, per chiudere, che fine ha fatto Kushtrim Rexhepi che mi sembrava la vostra punta di diamante ed invece è sparito?
Gaetano Milano: «Su Rexhepi hai ragione, lui è veramente bravo. Davvero di un’altra categoria. Purtroppo siamo riusciti a godercelo solo nelle prime partite, perché poi si è fatto male. Si è strappato nella partita contro il Melide ed è stato costretto a fermarsi un mese. Quando sembrava recuperato, pronto al rientro, ha avuto una ricaduta in allenamento e così non ho potuto schierarlo per tutta l’andata. Però in questa pausa invernale recupererà al 100%, e non vediamo l’ora di rivederlo in campo. Per quanto riguarda invece il mercato ci sono state delle partenze obbligate, perché in rosa eravamo fin troppi. Sono partiti in cinque, e per ora due sono gli arrivi ufficiali (Ebibi e Hadzovic). Sono molto contento dei nuovi innesti, ragazzi giovani ma che hanno già fatto la categoria. Elementi interessanti che sapranno ritagliarsi il loro spazio per il bene del Cadenazzo».
LA CLASSIFICA (SECONDA LEGA)
Locarno 31 pt (13), Agno 23 (13), Sementina 23 (13), Malcantone 22 (13), Arbedo 20 (13), Morbio 20 (13), Vedeggio 20 (13), Balerna 19 (13), Melide 16 (13), Castello 16 (13), Cadenazzo 16 (13), Vallemaggia 13 (13), Novazzano 13 (13), Rapid Lugano 3 (13).
CASO 1 – Nessuna squadra ticinese retrocessa dalla Seconda interregionale:
- Promozione in Seconda interregionale della squadra vincente del campionato e dopo spareggio (andata e ritorno 17/18 giugno e 24/25 giugno) con la vincente della Seconda lega del canton Soletta.
- Due retrocessioni in Terza lega: ultima e penultima squadra classificata del campionato.
CASO 2 – Una squadra ticinese retrocessa dalla Seconda interregionale:
- Promozione in Seconda interregionale della squadra vincente del campionato e dopo spareggio (andata e ritorno 17/18 giugno e 24/25 giugno) con la vincente della Seconda lega del canton Soletta.
- Due retrocessioni in Terza lega: ultima e penultima squadra classificata del campionato.
- Eventuali tre retrocessioni in Terza lega (ultima, penultima e terzultima classificata) nel caso in cui la vincente della Seconda lega del Ticino perda lo spareggio promozione contro la vincente della Seconda lega del canton Soletta.
CASO 3 – Due squadre ticinesi retrocesse dalla Seconda interregionale:
- Promozione in Seconda interregionale della squadra vincente del campionato e dopo spareggio (andata e ritorno 17/18 giugno e 24/25 giugno) con la vincente della Seconda lega del canton Soletta.
- Tre retrocessioni in Terza lega: ultima, penultima e terzultima squadra classificata del campionato.
- Eventuali quattro retrocessioni in Terza lega (ultima, penultima, terzultima e quartultima classificata) nel caso in cui la vincente della Seconda lega del Ticino perda lo spareggio promozione contro la vincente della Seconda lega del canton Soletta.