RSL, nel peggiore dei casi basterà il 63,8% delle partite disputate per assegnare il titolo della massima serie elvetica?

scritto da Claudio Paronitti

In Svizzera, il pallone ha finito di rotolare ufficialmente poco prima delle 18 di domenica 23 febbraio 2020. Da allora, tanta insicurezza e il blocco forzato a causa della propagazione dell’epidemia di Coronavirus

Dati alla mano, la Swiss Football League è stata costretta a fermare tutto il calcio professionistico quando in archivio sono andate 23 giornate su 36, ossia il 63,8% del totale. Quindi, nella Confederazione Elvetica si giunti è a un passo dal raggiungere la soglia dei ⅔ di incontri andati in onda.

Qualora la situazione attuale non si stabilizzasse e non si riuscisse a tornare a calcare i campi di calcio, sarebbe giusto assegnare il titolo a tavolino, come accaduto in Belgio con il Club Bruges? Di primo acchito, la risposta è negativa, soprattutto per il fatto che un campionato così tirato come quello di quest’anno non si viveva da diverso tempo. Un altro aspetto che fa propendere per il «no» è il fatto che, dopo tutti gli sforzi fatti finora, non sarebbe corretto consegnare il trofeo dopo non aver affrontato tutti gli avversari almeno tre volte.

L’hockey su ghiaccio è stato precursore in questo senso. Al termine della stagione regolare, il comitato di National League e Swiss League ha deciso di congelare la stagione 2019-2020. Nessun campione, nessuna retrocessione e nessuna promozione. Una scelta difficile da prendere, ma che ha messo d’accordo tutte (o quasi) le parti in causa. Fra un paio di settimane la Swiss Football League dovrà nuovamente chinarsi sulla situazione e comunicherà le modalità di proseguimento dei campionati. Ne sapremo di più solamente alla conclusione della seconda decade del corrente mese di aprile.

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