Quando intervisti un personaggio che ha vissuto una carriera straordinaria, calpestando campi da calcio che solo una piccola percentuale di atleti ha la possibilità di raggiungere, non puoi fare a meno di ascoltare con attenzione e rimanere colpito. Ma quando, oltre alle sue parole, percepisci l’emozione nel racconto, è inevitabile lasciarsi coinvolgere e provare la stessa emozione. Ecco l’intervista esclusiva a Miodrag Mitrovic, portiere del Collina d’Oro.
Walter Chalcio.com: “Ciao Mio, è un piacere averti qui per questa intervista. Ma prima dimmi, come ti chiamano i tuoi colleghi?
Miodrag: “Ciao, Walter! I miei compagni mi chiamano soprattutto Mitro, forse perché suona più energico. Effettivamente, è un soprannome che rispecchia anche il mio modo di giocare, sempre con grande intensità. Però, alla fine, vanno bene tutti: dipende dal contesto e dalle persone. “
Walter Chalcio.com: “Ho dato un’occhiata alla tua carriera e ho visto che hai vissuto molte esperienze, sia in Svizzera che all’estero. Quale ritieni sia stata la più formativa, quella che ti ha dato di più a livello di crescita?”
Miodrag: “Ho due grandi esperienze che mi hanno formato. La prima, che a livello umano è stata la svolta, in Slovenia, dove giocavo nel NK Krka. In quel periodo ho avuto molto tempo per me stesso e ho lavorato intensamente sulla mia crescita personale, sia a livello mentale che umano. A livello calcistico, la società era piccola e si trovava in Serie A, ma giocavamo principalmente per la salvezza, quindi non era molto gratificante dal punto di vista sportivo. Tuttavia, fuori dal campo, sono cresciuto notevolmente e ho vissuto un periodo di grande evoluzione.
L’esperienza più formativa a livello sportivo, invece, è stata in Romania con il CSU Craiova. Lì ho vissuto il calcio vero e proprio, perché la società era estremamente professionistica e non ci faceva mancare nulla. Appena arrivato, l’allenatore Davide Mangia aveva portato con sé sei o sette persone dall’Italia come staff. Avevamo addirittura vasche trasportabili, sia calde che fredde, per il recupero subito dopo le partite, un dettaglio costoso che non è scontato avere.
Lavoravamo in modo davvero professionale: andavamo in ritiro prima delle partite e, per le trasferte, utilizzavamo anche voli privati. Il giorno prima delle partite, dormivamo in hotel e, dopo le partite, ci dedicavamo a un recupero metodico, con pranzi tutti insieme. C’era molta pressione, poiché sia l’allenatore che la società puntavano a ottenere risultati. Questo stress sportivo e psicologico ha reso l’esperienza molto intensa e formativa.”
Walter Chalcio.com: “Riguardo alla tua carriera, qual è stato il trasferimento più difficile, sia emotivamente che professionalmente?”
Miodrag: “In Romania non è stato facile ripartire e andare lì senza sapere cosa aspettarmi. Anche in Bulgaria, dove ho giocato con il Cherno More, ho vissuto un’esperienza simile. In Bulgaria ho trascorso un anno e, tornando, mi ero ambientato bene anche a livello familiare, con la mia ragazza e tutto il resto. Ripartire non è stato facile a causa di varie situazioni organizzative, ma alla fine è stata comunque una grande esperienza, e sono contento di averla vissuta.”
Walter Chalcio.com: “Quali differenze hai notato, ad esempio, tra Romania, Bulgaria e Svizzera a livello calcistico?”
Miodrag: “Quando sono andato a Bari, che è stata la mia prima esperienza fuori casa, ho vissuto davvero il calcio. L’ho respirato in ogni momento, anche se non ho avuto modo e fortuna di esordire, a causa di un infortunio. Nonostante ciò, è stata un’esperienza molto bella, perché ho vissuto il vero calcio italiano. È stata una grande stagione per la squadra e ricordo con emozione l’ultima gara di campionato al San Nicola, con 50.000 spettatori. Anche se ero in panchina, è stata un’esperienza fantastica. Ogni paese ha la sua cultura calcistica, all’estero si lavora molto sul fisico e meno sulla tattica, ma comunque si lavora bene. In Romania, avendo uno staff tutto italiano, abbiamo lavorato molto anche sulla tattica, proprio come in Italia. In Slovenia, un po’ meno, ma questo era dovuto anche alla qualità della squadra e della società, che si rifletteva in campo. In Svizzera, dopo le varie esperienze, ho notato un bel mix: si lavora bene sia dal punto di vista tattico che fisico, con un ottimo equilibrio.”
Walter Chalcio.com: “In Svizzera hai trovato un mix delle varie esperienze che hai accumulato?”
Miodrag: “Sì, diciamo di sì, ma vorrei sottolineare che c’è un bel livello. Direi alto, soprattutto se guardiamo le squadre più blasonate. Infatti, non mi sorprende che la nazionale svizzera oggi abbia alzato l’asticella verso traguardi più alti di tempo fa, la rosa è forte e la squadra lo dimostra chiaramente.”
Walter Chalcio.com: “Veniamo ad oggi, come ti trovi attualmente al Collina? Quali sensazioni hai avuto al tuo arrivo e quali sono i tuoi obiettivi con questa società?”
Miodrag: “Ad oggi posso dirti che mi trovo bene, sono contento perché c’è un bel gruppo, sia a livello umano che sportivo. Si sta creando qualcosa di bello, c’è voglia di lavorare e di fare bene, e vedo anche un grande desiderio di aiutarsi a vicenda. All’inizio siamo partiti un po’ in sordina, soprattutto perché c’erano tanti giocatori nuovi e tutto era nuovo, e questo si è riflesso anche nei risultati. Ma sono consapevole che stiamo facendo passi importanti, questa è la sensazione. All’inizio ho avuto qualche difficoltà a causa del cambiamento dal calcio professionistico, perché fino all’anno scorso con il Paradiso facevo il professionista, allenandomi di giorno. Tornare ad allenarsi la sera è stato un cambiamento, ma ora mi sono ritrovato e va bene così. La cosa positiva è che arrivi agli allenamenti e trovi persone che ti fanno sentire bene, e questo è davvero importante.”
Walter Chalcio.com: “Hai obiettivi personali con questa squadra?”
Miodrag: “Personalmente ho l’obiettivo di arrivare a giocarmi le finali, perché ci credo davvero. Voglio vincere e so che ci sono le possibilità e il potenziale per farcela. Certo, c’è tanto lavoro da fare e serve anche un po’ di fortuna, ma quello che mi auguro è di arrivare a giugno e avere la possibilità di giocarsela. Questo è il mio obiettivo. So che ci sono squadre più attrezzate, che giocano insieme da tanto tempo, e non sarà facile, ma personalmente voglio cercare di fare risultati e puntare in alto.”
Walter Chalcio.com: “Cosa ti ha spinto a dire di sì al Collina? Qual è stata la tua motivazione?”
Miodrag: “Ci sono diverse ragioni dietro la mia scelta. Ho compiuto 33 anni quest’anno e so che, purtroppo, nel mondo del calcio l’età conta. Forse per qualcuno non sono più considerato giovane, ma personalmente mi sento ancora in ottima forma sia fisicamente che mentalmente. Tuttavia, ho voluto fare alcune valutazioni riguardo al mio futuro dopo il calcio. Non ho ancora pianificato tutto, il futuro non è ancora scritto, ma con il Collina è nata l’opportunità di orientarmi anche verso il mondo del lavoro post-calcio. Questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto ad accettare la proposta. Inoltre, conosco parzialmente la dirigenza, e questo ha avuto un peso nella mia decisione. Oltre alla dirigenza, conoscevo anche alcuni dei giocatori che erano già lì lo scorso anno. Un insieme di conoscenze e opportunità mi ha portato ad accettare la sfida con il Collina d’Oro.”
Walter Chalcio.com: “Parlando di aspetti tecnici, come portiere, su quali aspetti ti concentri di più in allenamento per migliorare?”
Miodrag: “Per me, personalmente, è fondamentale durante la settimana mantenere un equilibrio fisico e mentale per riuscire a dare il massimo. Sono consapevole che non sempre ci riesco, ma è nel mio carattere: a volte posso essere un po’ stanco, perché durante il giorno devo gestire anche altri impegni. Per me è comunque importante allenarmi al meglio e contribuire anche a livello collettivo, comportandomi da leader e supportando la squadra, in quanto la comunicazione è cruciale, sia come portiere che come giocatore di squadra.”
Walter Chalcio.com: “Hai qualche rituale personale o superstizione prima delle partite? Conosciamo entrambi qualcuno che mette il maglione di lana d’estate con 35 gradi..”
Miodrag: “Se vogliamo entrare nel dettaglio, posso dire che ho alcune abitudini. Ad esempio, ho degli indumenti che utilizzo solo il giorno della partita per il riscaldamento, ma non saprei dire esattamente il perché, è un insieme di piccole cose. Non ho particolari rituali o cose specifiche a cui mi attengo rigidamente. Mi concentro piuttosto sulla preparazione mentale, cercando di mantenere quella leggerezza che mi permette di affrontare la partita nel modo giusto.
Per me la componente mentale è fondamentale, ed è ciò che fa la differenza, sia che tu sia portiere o giocatore. Ho preso ispirazione dal libro di Victor Valdés, ex portiere del Barcellona, che parla dell’importanza di avere un pensiero positivo, anche dopo la partita. Trovo che sia importante rimanere leggeri mentalmente. Spesso siamo troppo dipendenti dai risultati: se vinci, sei in un mondo, se perdi, sei in un altro. Questo accade a tutti i livelli, dalla prima squadra fino alla Serie A. Personalmente, per me è così: conta molto tornare a casa con un buon risultato, per poter vivere bene l’esperienza e, magari, festeggiare con i compagni di squadra.”
Walter Chalcio.com: “C’è qualche episodio particolare che ricordi con affetto o che ti ha sorpreso durante la tua carriera?”