La ventiduesima edizione dei Campionati del Mondo di calcio sta per concludersi e con essa l’ennesima rivoluzione tecnologica contraddistinta dal VAR «semi-automatico»
In un’intervista rilasciata al portale tedesco ran.de, l’ex-arbitro rossocrociato di punta Urs Meier propone un’abolizione parziale della tecnologia, di cui si abusa nell’utilizzo. Il 63enne si dice favorevole a contenere gli interventi, troppo spesso numerosi, della sala VAR e a lasciare più «libertà» ai direttori di gara: «Si potrebbe davvero farlo, ma il VAR toglie questa azione veloce e attiva. È come se chi dirige una partita sia inibito dall’uso della tecnologia».
A suo avviso, l’appello al VAR dovrebbe avvenire esclusivamente sugli aspetti riguardanti i «gol-non gol» e sul «fuorigioco»: «In caso di scelte complicate da prendere, l’arbitro deve tornare ad avere una certa sovranità di decisione. In alcuni casi in questi Mondiali (in particolare gli ultimi due quarti di finale Argentina-Olanda e Inghilterra-Francia, ndr) sono state trascurate alcune cose molto elementari. Questo, a mio parere, non fa più parte del gioco».
Nello specifico, Urs Meier si riferisce alle direzioni non proprio eccellenti del brasiliano Wilton Sampaio e dello spagnolo Antonio Mateu Lahoz, finiti al centro delle critiche delle selezioni eliminate a causa di un arbitraggio «discutibile».
(nella foto: Urs Meier – © picture alliance/dpa/rotenburger-rundschau.de)