MISTER X – Capitolo 73, Joel Marinheiro “Martins cucinava e apparecchiava, io mi sedevo e mangiavo”

scritto da Roberto Colombo
Joel Marinheiro, direttore sportivo del Lusiadas (Terza lega)

Il direttore sportivo del Lusiadas: «La mia scaramanzia era pedalare più degli avversari. Avevo buona corsa, mi sacrificavo, e mi sono anche tolto la soddisfazione di segnare qualche gol. Se proprio dovessi scegliere una bestia nera, direi il Paradiso, quando giocava in Terza lega».

LUGANO – Con la nostra serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 73: Joel Marinheiro direttore sportivo del Lusiadas (Terza lega, gruppo 1).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Giocavo esterno di fascia, destra o sinistra era indifferente. Ero uno che correva molto e non mi facevo tanti problemi a sacrificarmi anche in fase difensiva per dare una mano ai compagni…ho fatto anche parecchi gol (sorriso). Con il passare degli anni sono arretrato trasformandomi in terzino, ruolo che ho ricoperto fino a quando ho smesso: in pratica ho finito di giocare nel ruolo in cui avevo iniziato all’età di 10 anni».

Il tuo rituale scaramantico (da ds o da giocatore)? «Non sono scaramantico, non credo molto in queste cose. La mia scaramanzia era pedalare più degli avversari per portare a casa il risultato. Ammetto però che quando giocavo, in alcune partite importanti, mi sono concesso qualche attenzione particolare, come per esempio entrare in campo mettendo prima il piede destro: pur non credendoci pienamente mi dicevo che male non poteva fare (sorriso)».

Squadra bestia nera (da ds o da giocatore)? «In linea di massima direi nessuna bestia nera, perché negli anni in cui giocavo capitava di vincere e perdere un po’ contro tutte. Tuttavia, se proprio dovessi fare un nome, sceglierei il Paradiso (quando giocava in Terza lega). Se non ricordo male contro di loro avrò giocato quattro partite senza mai vincere: se non mi sbaglio il miglior risultato è stato un pareggio, ma non ci metterei la mano sul fuoco».

Sarebbe bello avere di nuovo al LUSIADAS… «Ci sarebbero diversi ragazzi, alcuni dei quali sono anche grandi amici, ma fra tutti direi Samuel Martins, e il motivo è perché quando ancora giocavo, lui mi serviva palle gol a ripetizione, era tipo: “Lui preparava la cena e apparecchiava la tavola, ed io dovevo solo sedermi e mangiare”. Insomma Martins era un signor centrocampista, con tanta qualità e gran visione di gioco».

Forse non sarà LUSIADAS a vita, ma… «…ma posso dire che è stata una gran bella parte della mia vita. Al Lusiadas ho vissuto prima 15 anni da giocatore e ora gli ultimi due da direttore sportivo. Anni che mi hanno regalato tante soddisfazioni, ma anche e soprattutto tanti carissimi amici. Non posso che ringraziare questa società per tutto quello che mi ha dato».

To be continued…

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