
Il vice allenatore del Collina d’Oro: «I miei ricordi più belli sono legati al Chiasso e all’Origlio di mister Jacobacci. Che ridere quando feci un eurogol al Monte Carasso, ma il nostro portiere mi rubò i “riflettori”. Non esiste sconfitta quando si è fatto di tutto per evitarla».
COLLINA D’ORO – Con la nostra serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 71: Loris Lovato secondo allenatore del Collina d’Oro (Terza lega, gruppo 1).
Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Fino a 25 anni ero un giocatore molto offensivo. Giocavo dietro le punte oppure esterno, sia destro che sinistro. Mi piaceva molto cercare l’uno contro uno. Poi, dopo i 25, mi sono spostato davanti alla difesa: playmaker puro. Nel mio personale album dei ricordi ne spiccano due, e poi ho anche un piccolo aneddoto che ripensandoci mi viene ancora da ridere. Il primo ricordo bellissimo è di quando ero al Chiasso e lottavo per ritagliarmi un posto in prima squadra; il secondo invece è stata la splendida annata (se non sbaglio 1995/96) che feci all’Origlio in Terza lega con mister Maurizio Jacobacci (a mio modo di pensare un allenatore almeno da Bundesliga) che era alla sua prima esperienza nel calcio attivi. L’aneddoto invece è legato a un gol che feci in Seconda lega contro il Monte Carasso (io giocavo nel Morbio ed era forse il 1987 o 1988): pallone aereo, controllo di destro e, senza farlo toccare a terra, sombrero al difensore con tiro al volo di sinistro infilatosi sotto all’incrocio dei pali. Che rete, quel giorno già m’immaginavo i titoli sul giornale del lunedì (risata), ma purtroppo non ci furono, perché nella stessa partita il nostro portiere segnò poco dopo direttamente su rinvio da 90 metri e mi rubò la scena…quando ci penso rido ancora di me stesso (risata)».
Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Ritengo la scaramanzia una forma di paura e di mancanza di convinzione nei propri mezzi. Quando giocavo nella prima squadra del Friburgo, prima di una partita fondamentale per la promozione nell’allora serie B, il nostro allenatore scrisse sulla lavagna: “Non esiste sconfitta quando si è fatto di tutto per evitarla”. Ho fatto mio questo aforisma e cerco sempre di arrivare alla partita nella convinzione di avere dato il meglio di me stesso. La determinazione viene di gran lunga prima di qualsiasi rito propiziatorio».
Squadra bestia nera (da allenatore)? «Ho esperienze da allenatore quasi esclusivamente in ambito di calcio formativo, e pertanto i risultati hanno un valore relativo, e come tali anche le bestie nere. Se proprio dovessi dirne una, sceglierei però il Mendrisio, ma forse solo perché ho ancora il retaggio di molti derby decisamente sentiti quando ero giocatore nelle giovanili del Chiasso».
Sarebbe bello allenare di nuovo… «Per scelta ho svolto attività di formazione nel Raggruppamento INSEMA, con una piccola parentesi con le ragazze della selezione della FTC (giocatrici straordinarie con una passione e desiderio d’imparare che ti riconciliano con il calcio) e pertanto dico che mi porterei tutti i ragazzi che ho allenato nel settore giovanile, perché quando li incontro per strada mi salutano sempre con dei sorrisi impagabili, anche quelli con cui ho avuto rapporti più conflittuali. Ho vissuto con loro tanti momenti davvero bellissimi, e tra questi potrei citare ad esempio la fantastica stagione di due anni fa con gli Allievi Coca Cola A dell’Insema (di cui ho parecchia nostalgia) oppure il gioco espresso dai miei Allievi C nella stagione 2014/2015».
Forse non sarà COLLINA D’ORO a vita, ma… «…con il Collina d’Oro eravamo d’accordo che avrei svolto il ruolo di assistente per un periodo limitato, tra gennaio e giugno 2020, e che se fosse arrivata la chiamata di una squadra che mi avesse voluto come primo allenatore, allora avremmo intrapreso strade diverse. E invece eccoci che siamo arrivati a maggio 2021 e sono ancora qui (sorriso). Qui al Collina c’è un’ottima società, un grande allenatore come Omar Balmelli, che propone allenamenti di grande qualità e valorizza il mio ruolo di assistente (gliene sono infinitamente grato), giocatori fantastici con esperienze e capacità da categoria superiore e un centro sportivo nuovo fiammante a 5 minuti a piedi da casa. Un quadro davvero idilliaco che si scontra con l’ambizione personale di allenare una squadra da tecnico principale. Ho però anche imparato che non esiste un centro di gravità permanente e neppure certezze indissolubili. Vediamo cosa succederà».
To be continued…