L’allenatore del Ligornetto: «Mi piacerebbe riavere Manuel Daddi, il nostro capitano nella mitica promozione dalla Quinta alla Quarta lega (18 successi in 18 partite) che per un grave infortunio non ha smesso di giocare. Dovremmo recuperare 7 partite: impensabile riuscire a finire la stagione».
LIGORNETTO – Con la nostra serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 60: Andrea Ravani allenatore del Ligornetto (Terza lega, gruppo 1).
Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Sono passati più di vent’anni da quando ho smesso di giocare e non ero sicuramente un giocatore di primo piano, ma ero uno di quelli che difensivamente non concedeva nulla (ma proprio nulla). Ero un difensore, ma mi piaceva anche molto partecipare alla fase offensiva. Il calcio regionale di allora, quello di Prima e Seconda lega, era diverso. Era più seguito, forse ci si allenava un po’ di meno, ma c’erano giocatori (sia compagni che avversari) veramente forti».
Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Da allenatore non ho nessun rito scaramantico o talismani porta fortuna. Non credo molto a queste cose».
Squadra bestia nera (da allenatore)? «Ho iniziato ad allenare il Ligornetto quando eravamo in Quinta lega e da quel giorno a oggi abbiamo affrontato molte squadre, ma sinceramente non posso classificare nessuna di esse come una vera e propria bestia nera».
Sarebbe bello allenare di nuovo… «Nell’anno della promozione in Quarta lega (stagione 2016/17, 18 vittorie su 18 partite di campionato) il nostro capitano era Manuel Daddi. Un grave infortunio all’inizio della stagione successiva non gli permise di continuare a giocare, fu davvero un gran dispiacere: era un signor giocatore, con una buona tecnica e un’ottima visione di gioco».
Forse non sarà LIGORNETTO a vita, ma… «…campionato dopo campionato, sono arrivato alla mia settima stagione come allenatore della prima squadra del Ligornetto, le ultime due interrotte a causa della pandemia. Questo è il periodo peggiore. Oggi sono convinto che il calcio regionale debba pensare alla prossima stagione. Attualmente non ci sono le condizioni per giocare. Noi siamo la squadra che deve recuperare il più alto numero di partite, ben sette. È veramente difficile pensare di riuscire a portare a termine il girone di andata nel poco tempo previsto e senza una preparazione adeguata, per giunta dopo ben sei mesi di inattività. Siamo dilettanti e giochiamo o alleniamo per passione, ma vedo che molti, forse troppi, se lo stanno dimenticando».
To be continued…