L’allenatore dei Lusitanos: «Prima di ogni gara faccio il segno della croce. Facevo il difensore, ero uno a cui non mancava la determinazione. Ho iniziato a giocare nell’Esperia e ho finito nei Lusitanos, di cui poi sono diventato allenatore».
LOCARNO – Con la nostra serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 45: Manuel Dos Santos allenatore dei Lusitanos (Quinta lega, gruppo 2).
Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Ero un difensore centrale. Le mie qualità migliori erano la determinazione e la forza fisica, interpretavo il ruolo con la giusta carica agonistica. Ho iniziato a giocare nel 1985 e la mia prima squadra è stata l’Esperia, poi sono passato ai Portighesi Ticino, al Riarena, al Minusio per concludere infine la mia carriera con i Lusitanos di cui sono stato prima giocatore e poi allenatore».
Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Faccio il segno della croce prima di ogni gara».
Squadra bestia nera (da allenatore)? «Direi il Drina Iragna, soprattutto in casa loro: in quel campo ho sempre avuto parecchia sfortuna. Loro in casa ci mettono qualcosa i più, mentre io con la mia squadra ho sempre fatto fatica ad esprimermi bene, però anche quando giocavamo meglio di loro ho sempre fatto fatica a fare risultato».
Sarebbe bello allenare di nuovo… «Scelgo Bruno Vera Vargas, proprio un bravo giocatore, non solo in campo, ma anche molto rispettoso ed educato».
Forse non sarà LUSITANOS a vita, ma… «…ma di questa società conserverò sempre splendidi ricordi, sia di quando ci giocavo, che oggi da allenatore».
To be continued…