MISTER X – Capitolo 28, Vincenzo Del Villano “Maroggia a vita. Mi manca bomber Tondi e mi mancherà capitan Maiorano”

scritto da Roberto Colombo
Vincenzo Del Villano, allenatore del Maroggia (Terza lega) di cui è stato anche un giocatore

L’allenatore del Maroggia: «Non sono scaramantico, ma nel pre-partita non potrei mai rinunciare ai consigli del mio Luciano Caccia. Gli anni al Castello del mitico presidente Joby saranno per sempre indimenticabili, anche se non ho quasi mai visto il campo».

MAROGGIA – Con la nostra nuova serie di mini interviste MISTER X vi accompagneremo alla scoperta degli allenatori (e non solo) del calcio regionale, tratteggiandone un ritratto più intimo attraverso le loro stesse parole. Buona lettura, se vi va. Capitolo 28: Vincenzo Del Villano allenatore del Maroggia (Terza lega, gruppo 1).

Mister raccontaci, che giocatore eri e il tuo ricordo più bello? «Ero un giocatore normale. Sinceramente non mi piace molto parlare di me, preferisco che lo facciano gli altri, ed eventualmente apprezzare i complimenti oppure accettare le critiche. Ero un attaccante, prima o seconda punta, ho fatto anche l’esterno. Le mie caratteristiche migliori erano la velocità e l’uno contro uno. Mi piaceva puntare l’avversario e provare a creare la superiorità numerica. Un bel ricordo? Le mie punizioni (risata). Scherzi a parte. I miei ricordi più belli sono con il Maroggia, anche perché ho passato quasi tutta una vita con questa società, prima come giocatore o poi da allenatore. Tuttavia, non potrò mai nemmeno dimenticare i miei primi anni nel calcio attivi dopo gli Allievi A: avevo 17 anni e iniziai nel grande Castello del mitico presidente Joby, grandissima società (come anche oggi) e grandissima squadra. Eravamo in Terza lega e vincemmo il campionato con relativa promozione in Seconda. Mi ricordo che in quell’anno non giocai moltissimo (anzi piuttosto poco), ma ero giustificato perché davanti avevamo tre signori come Ardemagni, Malaspina e Botta. Tuttavia un gol pesante lo segnai anch’io: nello scontro diretto contro il Malvaglia, che allora ci contendeva la promozione. Fu bello anche l’anno successivo in Seconda lega, anche se come in Terza non giocai molto. Però, anche in Seconda, mi tolsi la soddisfazione di segnare un gol importante, contro gli Azzurri. L’anno seguente lasciai il Castello perché mi trasferii in Svizzera interna per imparare il tedesco (motivi di lavoro) e smisi di giocare per un anno. Al mio ritorno in Ticino, ecco il mio Maroggia, come detto prima da calciatore e poi da allenatore».

Il tuo rituale scaramantico (da allenatore)? «Più che scaramanzia la definirei un’abitudine: cerco sempre di arrivare al campo mezz’ora prima del ritrovo con la squadra e prendermi 10 minuti con il mio Ciano (Luciano Caccia) per ascoltare tutti i suoi consigli. Fatto questo, mi cambio sempre con la squadra nello stesso loro spogliatoio. Mi piace sentire la “tensione” della partita, vedere le facce dei ragazzi, e sentire i commenti dei giocatori (o per meglio dire, compagni). Poi di solito faccio il discorso pre-partita per distendere la tensione e magari dico un paio di stupidaggini per ridere un po’. Dopo la parte per così dire “teorica”, lascio sempre ai ragazzi 10 minuti tutti per loro affinché possano trovare da soli le proprie motivazioni e concentrazione».

Squadra bestia nera (da allenatore)? «La mia bestia nera è sempre stato il campo di Melide. Sia da giocatore che poi da allenatore, purtroppo, su quel campo non ho mai vinto. Spero un giorno di riuscire a sfatare questo tabù, anche perché in tutti questi anni sono stati sempre derby e perdere un derby è sempre più doloroso».

Sarebbe bello allenare di nuovo… «A questa domanda potrei rispondere con un’infinità di giocatori, ma mi limiterò a fare due nomi, dando due motivazioni precise. Il primo è un giocatore che purtroppo oggi non gioca più: bomber Matteo Tondi (Teo carta canta). Ricordo come se fosse ieri quando firmò per il Maroggia. Eravamo in pausa dal lavoro (io e Matteo lavoriamo per la stessa ditta) e allora giocavamo in Quinta lega. Con Matteo parlavamo spesso del sogno di poter fare con il Maroggia il doppio salto di categoria fino ad arrivare in Terza. Ebbene, incredibilmente, ci riuscimmo: in due anni ottenemmo due promozioni. Il merito fu di tutti, ma ricordo con grande piacere un suo poker di gol in una partita vinta 5-1 contro il Rapid Lugano, che allora giocava in Terza lega e che a fine anno fu promosso in Seconda senza perdere nessuna partita tranne che contro di noi. In quella gara uno dei quattro gol realizzati da Teo fu davvero pazzesco: da centrocampo».

«Il secondo – prosegue mister Del Villano – è invece un giocatore che ancora oggi gioca con noi e che è davvero speciale: il nostro capitano Tommy (Thomas Maiorano). Purtroppo gli anni passano anche per lui ed è forse arrivato a fine carriera, ma approfitto di questa intervista per digli: grazie Tom! Grazie di cuore per tutto quello che hai fatto per il Maroggia, sei un vero amico e un vero giocatore, ma soprattutto un vero uomo. Qualsiasi allenatore che ha avuto la fortuna di allenarti, non potrà mai dire nulla di male su di lui: hai qualità indiscutibili, leadership e sei un vero trascinatore».

Forse non sarà MAROGGIA a vita, ma… «…a questo punto non escludo che possa essere davvero: Maroggia a vita (sorriso)».

To be continued…

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