La rosa bianconera ha svolto questa mattina il suo penultimo allenamento settimanale, che come condimento ha avuto una forte pioggia e un vento fastidioso. La seduta è stata quasi totalmente tattica, e i ragazzi hanno cercato di mettere in pratica le indicazioni che mister Andrea Manzo ha dato loro in vista della terza partita stagionale, in programma domenica pomeriggio (calcio d’inizio alle ore 13:45) contro i Principini del Vaduz
Puntuale, alle 12:30 è suonato [metaforicamente parlando] il gong, e la conferenza stampa ha avuto inizio. L’introduzione non poteva che essere il discorso legato alla notizia della settimana in casa Lugano, ossia la partenza in direzione Wil del figlio della città, Mattia Bottani: “La vicenda per noi si è fermata a mercoledì – le parole del mister -, il suo trasferimento l’abbiamo accettato con serenità, ma quello a cui abbiamo pensato in questi ultimi due giorni è stato solo ed esclusivamente il Vaduz”.
È stata una grossa perdita, ma può essere un paradosso che con il “Pibe” arrivavano solo sconfitte, mentre senza di lui giungevano le vittorie. Così è capitato anche in queste prime due partite della stagione: “Le cifre le fanno le partite e le statistiche. L’ho già detto e lo ribadisco: Bottani è un giocatore ottimo, di qualità. Io non sto a sindacare e a vedere se in una partita lui c’era oppure no. È un calciatore che abbiamo perso per vari motivi, ma se continuiamo a parlare di lui, non parliamo più del Vaduz, che è il nostro unico pensiero”.
Nel disegno ideale del mister, Bottani era al centro del suo pensiero? “L’abbiamo visto a Berna, è cambiato un giocatore [Ofir Mizrachi, ndr], che ho spostato di ruolo e si è adattato. Il Presidente ha preso Ponce, un buon acquisto. È uscito un giocatore e ne è arrivato un altro. Di conseguenza, andiamo avanti, non possiamo soffermarci a pensare su cosa, su come e su quando. Io cerco di lavorare nel modo migliore, cercando di sfruttare quelle che sono le caratteristiche di ognuno dei ragazzi che ho a disposizione”.
Per dare un senso concreto alla vittoria di sabato allo Stade de Suisse “bisogna battere il Vaduz. Noi sappiamo benissimo quale importanza assume la partita. Sicuramente non sarà facile. Sarà una sfida dove dovremo avere molta testa e giocare in modo equilibrato, cercando di mettere a frutto quello che abbiamo fatto fino adesso, durante la preparazione e nelle due partite precedenti. Le partite ideali sono quelle in cui subisci poco. Subire poco significa avere superiorità territoriale, avere possesso palla e, di conseguenza, anche la prestazione risulterà buona. Noi dobbiamo cercare di giocare tutte le partite in questo modo, avversario permettendo chiaramente. Questo perché anche i nostri avversari sono attrezzati e cercheranno di metterci in difficoltà, così come noi cercheremo di fare di tutto per metterli in ambasce nel giorno della gara”. Durante la settimana, i ragazzi “si sono applicati molto bene, consapevoli dell’importanza della partita di domenica, che è molto, molto importante”.
Andrés Ponce “ha caratteristiche diverse rispetto a Bottani. Con Mattia avevo optato per il “falso nove”, mentre Ponce è molto bravo ad attaccare la porta e stiamo lavorando per quelle che sono le sue caratteristiche. Ripeto, lavoro sempre in base ai giocatori che ho e alle loro caratteristiche. Ho una filosofia, ma logicamente anch’io devo adattarmi alle caratteristiche dei singoli. L’attaccante venezuelano ha svolto la prima parte di preparazione estiva con la Sampdoria. A proposito, il mister veneziano afferma che “l’abbiamo trovato in una condizione fisica buona. Ora dobbiamo continuare a farlo entrare negli schemi, anche se nel calcio non ci sono schemi veri e propri. Ci sono solo tempi e giocate, che sono basilari. Non c’è tanto da inventare. Il ragazzo è intelligente, sveglio e vediamo quando avremo l’opportunità di vederlo all’opera. Ho due-tre situazioni da valutare, che saranno più chiare domani, quando diramerò la lista dei convocati”.
Sulla presenza di Steve Rouiller nella lista: “Difficilmente sarà nei 18 [perché non è ancora al 100%]. Mentre Mariani [che non si è allenato né ieri né oggi, ndr] ha effettuato degli accertamenti e saranno i medici a dirmi se sarà convocabile o meno. Le alternative non mancano però: rientrano sia Rey che Urbano. Domani vedremo il da farsi”.
Sull’immagine impressa nella mente di tutti, la sua commozione al fischio finale di Berna: “Io mi commuovo perché vedo il cuore dei ragazzi, che mi regalano delle emozioni forti. Questo mi tiene giovane, altrimenti sarei “rintronato” [ride, ndr]”.
Domenica la parola-chiave sarà “calma”: “La frenesia è una “brutta bestia”, perché ti porta a non avere gli equilibri giusti. Bisogna saper giocare nel modo giusto, essere cattivi – calcisticamente parlando – nel momento opportuno. E sfruttare quelle che sono le nostre caratteristiche. È un po’ quello che abbiamo fatto fino ad ora. Dobbiamo cercare di commettere meno ingenuità possibili e non giocare in maniera superficiale. Ogni palla è la palla della vita, perché ogni pallone – sia che sia da riconquistare, sia che sia da giocare in possesso – dev’essere letto in funzione della giocata più importante, che a volte è pure quella più semplice, ma che non è facile da vedere”.
Baratterebbe una prestazione non ottimale con una vittoria? “Io credo che la prestazione sia sinonimo di possibilità di portare a casa i tre punti. È logico che se si riescono a portare a casa dei risultati, magari soffrendo, è sintomo di maturità della squadra. Accade nei momenti in cui non ti riesce nulla, e riesci a portare a casa la posta piena con uno sforzo diverso da quello che può essere il controllo della partita. Ad esempio, la Juventus ha dei singoli che sono riusciti a risolvere gli incontri, così come il Napoli con Higuain, che più volte è stato determinante quando giocavano male: lui riceveva un pallone e lo insaccava nella rete avversaria. È la forza che ha un gruppo. Questa situazione particolare non l’abbiamo ancora provata sulla nostra pelle. Può essere che sia imminente, come può essere che non accadrà mai. Questo non posso saperlo. Perché se avessi la sfera magica, probabilmente mi troverei in situazioni diverse. Lavoriamo perché questo non accada e perché dobbiamo farci trovare pronti nell’evenienza. Io in primis, e la squadra come gruppo”.
“Sicuramente domenica non sarà la classica partita dove si potrà giocare a viso aperto. La posta in palio è importante. Abbiamo provato delle situazioni dove, se riescono, potranno mettere in difficoltà il Vaduz. Però, nello stesso tempo, dovremo stare sull’attenti, perché anche loro hanno delle armi per poterci dare fastidio. Stiamo lavorando sulle palle inattive e su tutto quello che può essere utile per sbloccare delle situazioni dove non puoi permetterti un gioco fluido. Magari [prossimamente] troverò uno specialista che calci le punizioni e i corner. Dobbiamo mettere più fieno in cascina possibile, per poi tirar fuori quel qualcosa dal cilindro in tempi di carestia”.
Nelle prime due gare stagionali “ho inserito [Assan] Ceesay nell’ultima mezz’ora, perché nel contesto iniziale avevo altri elementi che mi davano garanzie. Però, non è detto che lui possa essere della partita da subito. Ha le qualità per farlo. Ha dimostrato che in quei contesti [gli ultimi minuti di una partita, ndr] si trova più a suo agio, anche perché l’abbiamo visto solamente in quei momenti. Magari domani lo vedremo al centro dell’attacco e sarà utile alla causa. Io lavoro con ognuno al fine di farsi trovare pronti per disputare tutti i 90 minuti. Poi, non possono scendere in campo in 22, ma solamente in 11 e non è facile fare delle scelte. Cerco di scegliere in base a quello che vedo io e in base a chi mi dà delle garanzie. Solo la gara emetterà il giudizio e lì potremo dire se le scelte iniziali erano giuste o sbagliate”.
Continuando a discutere sul giovane gambiano, l’allenatore bianconero assicura che “ha delle qualità e sta lavorando per migliorarsi. In alcune partite ci sono delle situazioni particolari dove magari lui è meno abile. Deve essere capace a fare le due fasi di gioco e sapere come muoversi nella fase di transizione”. L’anno scorso si allenava con la Prima Squadra e giocava con l’Under 21, dove “ha fatto molto bene. Non è uno sprovveduto. Se si trova qua con noi è perché ha delle qualità, altrimenti sarebbe altrove – ripete Manzo -. È stato intelligente a capire la nuova realtà. Con me [in 2a Lega Interregionale, ndr] giocava da esterno e da centrale, a seconda delle esigenze. E, pur non parlando bene la nostra lingua, riusciva a interpretare al meglio il suo ruolo. Ha una caratteristica che tanti non hanno: attacca molto bene la profondità”.
Dal gruppo dell’Under 21 “due ragazzi [Ivan Lurati e Nikola Milosavljevic, ndr] sono andati a Chiasso, li ho visti personalmente domenica e hanno giocato bene. Altri due [Simone Belometti e Yannick Guerchadi, ndr] sono con noi dall’inizio della stagione. C’è qualche ragazzo interessante nel settore giovanile. Bisogna saperli aspettare ed essere bravi a inserirli nel momento giusto. Per farli crescere bisogna inserirli gradualmente, altrimenti il rischio è che vengano “bruciati”. E non ne vale la pena, perché la qualità c’è”.
Con l’arrivo di Ponce “sto pensando a un modulo a due punte, così come a una nuova soluzione in difesa. Ci penso tutti i giorni. A volte, devo fare attenzione ai semafori e non mi accorgo – e non sto scherzando – che sto facendo dei gesti con le mani [pensando al modulo da utilizzare], [ride, ndr]”.
Sul possibile arrivo dalla Juventus di Lorenzo Rosseti interviene il direttore generale bianconero Michele Campana, il quale dichiara che “dovremmo essere vicini all’intesa, però penso ci vorrà ancora qualche ora, magari qualche giorno”.
Infine, riguardo la scelta della Swiss Football League di designare Nikolaj Hänni arbitro dell’incontro, ecco la chiosa di mister Manzo: “Lasciamoli arbitrare. Io penso che se un arbitro sbaglia, lo fa perché è umano. Può sbagliare. Non dobbiamo partire già prevenuti. Pensiamo a fare la nostra partita. Se l’arbitro commetterà qualche errore, spero che sia a nostro favore. Se invece sarà dall’altra parte, dovremo essere più forti e venirne fuori”.