Lugano, l’analisi post-Thun: cinque punti rosicchiati in tre partite, ora i bianconeri devono darsi una mossa, altrimenti…

scritto da Claudio Paronitti

La sconfitta patìta sul sintetico di Thun è stata deleteria e infida per il Lugano. Aver perso una ghiotta chance di (almeno) mantenere la doppia cifra di distanza dall’ultimo rango era lì, a portata di mano. E, invece, i bianconeri hanno fatto nuovamente di tutto per complicarsi una situazione già difficile di per sé

L’emergenza con cui si è affrontato il viaggio verso il Canton Berna è sicuramente un fattore da non sottovalutare. Nel contempo, però, ciò ha dato l’opportunità ad altri elementi di mettersi in mostra e di fare in modo di non far rimpiangere gli assenti. Il girone di ritorno dei ticinesi ha preso avvio come al solito, verrebbe da dire. Dal ritorno nella massima serie, la prontezza ai blocchi di partenza non è mai stata un atout del gruppo sottocenerino. L’anno 2020 non fa, purtroppo, eccezione. E il kappaò di ieri pomeriggio è stato tanto incredibile (per le reti subìte) quanto gettato al vento.

I biancorossi padroni di casa, portando tanta pressione per una buona ora di gioco (fino all’uscita dal campo di un «tarantolato» Ridge Munsy) e poi, dopo aver arretrato il baricentro a difesa del minimo vantaggio, non hanno sudato le proverbiali sette camicie. L’assalto che erano chiamati a proporre gli ospiti non è stato attivato. Le pesanti assenze hanno, ovviamente, giocato un ruolo importante. Ma chi è sceso in campo in loro luogo non ha dato l’apporto richiesto. E questo non può che preoccupare in vista dei due prossimi incontri casalinghi, che vedranno i bianconeri affrontare Young Boys e Sion. I luganesi, che hanno visto diminuire il proprio vantaggio dal decimo e ultimo di rango di cinque punti in tre partite, sono obbligati a darsi una mossa. La partenza a rilento è un ritornello immancabile in quel di Cornaredo. La ripresa improvvisa pure. Sarà così anche quest’anno?

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