Ginevra in ginocchio: il Servette licenzia Joao Alves

scritto da Davide Perego

Le club remercie M. João Alves pour ses services durant la période qu’il a passé à la tête de l’équipe première du Servette FC. Le club annonce aujourd’hui que M. Joâo Alves est démis de ses fonctions et est remplacé par M. João Carlos Pereira.

In uno scarno comunicato stampa, molto simile a quelli con i quali il FC Lugano è solito annunciare i propri continui licenziamenti, il Servette ha comunicato ieri mattina di essersi separato con effetto immediato dal tecnico della resurrezione Joao Alves. Una decisione comprensibile a livello aziendale e un po’ meno accettabile da un punto di vista prettamente sportivo.
Di proposito, ho evitato per tutta la giornata di leggere i commenti on line della stampa romanda per non correre il rischio di farmi condizionare.
Li leggerò soltanto dopo aver messo sul blog il mio pensiero – cosa che interesserà a pochi – ma che ritengo il minimo che possa fare un fan di vecchia data della compagine ginevrina.

Considerando che il pretesto del licenziamento del tecnico portoghese è stata l’eliminazione dalla Coppa per opera del Bienne mi è venuto da sorridere.

Del resto ammirando l’ennesimo teatrino degli orrori di un reparto difensivo da prendere in lotto a calci in culo – compreso il nazionale con i capelli tinti che vedete nella foto di copertina – come non dare torto a chi ne ha le tasche piene di veder regalare alle squadre avversarie reti come quelle della Gurzelen o della Arena Thun di qualche giorno prima ? Nel baseball, che come dice Tom Hanks è uno sport difficile perchè altrimenti ci giocherebbero tutti, licenzierebbero l’allenatore dei lanciatori, dei ricevitori, degli esterni o dei battitori. Qui c’è da capire se i giocatori siano di botto diventati rincoglioniti – difficile pensare altrimenti dopo aver visto i tre goal di ieri – oppure se abbiano giocando di proposito per il licenziamento del tecnico: risposta che avremo già domenica nel match della paura che andrà in onda sulle frequenze della Praille con lo Zurigo.
Dubito che Alves non si sia sentito preso in giro dai propri giocatori e dubito anche che nonostante la sua apparente faccia da pensionato tutto circolo e scopa d’assi, non gli sia scappata qualche bestemmia dopo il terzo goal messo a segno da Morello mentre i difensori pensavano a come si sarebbero vestiti per andare in discoteca.
Di fatto ci sono tre cose: il Servette è fuori dalla Coppa (un sentiero quest’anno nemmeno troppo complesso per pensare all’Europa), si è liberato di un allenatore che ha riportato nella città di Ginevra entusiasmo per il grande chalcio e senza aver speso chissà quali cifre per rinforzare la rosa dello scorso anno ha ben 13 punti di vantaggio nei confronti dell’unica squadra che retrocederà direttamente in Challenge League.
A mio parere non sarebbe successo nulla se si fossero attesi gli ultimi 180 minuti di gioco e magari qualche rinforzino per giocarsi con buone chances l’ottavo posto la prossima primavera.
Con questa mossa tutto il peso della stagione passa sulle spalle di Majid «Magic» Pishyar ora più che mai unico responsabile – da oggi fino al prossimo mese di giugno – del destino del Servette FC.
DP

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