FC Lugano, Maurizio Jacobacci: «È stata una preparazione intensa, in quest’ultima fase sarà il gruppo a fare la differenza»

scritto da Claudio Paronitti

Portata a termine la penultima seduta della settimana senza alcun problema di sorta, mister Maurizio Jacobacci è pronto per tornare a presentare il prossimo appuntamento in calendario

In una sala stampa in cui per i media presenti, per ovvie ragioni, era obbligatorio indossare la mascherina protettiva, il tecnico del Lugano ha fornito le sue indicazioni a due giorni dalla trasferta di Ginevra, che coinciderà con il ritorno in campo ufficiale dopo quasi quattro mesi di sosta forzata. Ecco, di seguito, tutte le dichiarazioni rilasciate dall’head coach bianconero.

Il ritorno in campo – «Siamo vogliosi di riprendere. La preparazione è durata quattro settimane e siamo molto soddisfatti di quanto abbiamo fatto. Questo è un nuovo campionato e ciò che conta è non avere avuto infortuni di rilievo. A parte Linus Obexer e Fulvio Sulmoni, che non termineranno la stagione sul campo, l’unico assente sarà Filip Holender, il quale tornerà tuttavia la prossima settimana».

La differenza di preparazione – «Una settimana non credo sia determinante. Io, come tutti gli allenatori e i giocatori, non so quale situazione andremo a vivere. Occorrerà scendere in campo per sapere meglio la condizione di tutti».

Il Servette e la pressione – «Il contesto delle amichevoli è diverso. Contro il Neuchâtel Xamax i granata hanno subìto tre reti nella ripresa. Nella prima frazione sono stati migliori. Contro lo SLO, invece, sono stati utilizzati tanti giovani. Quindi, non fa molto testo».

L’analisi dell’avversario – «Io penso alla partita che hanno disputato a Basilea, quando, sotto 2-0, hanno reagito e chiuso con un pareggio. I loro undici di base sono quelli, di alternative non ne hanno molte. La squadra di Alain Geiger ha comunque delle qualità importanti. Ci attende una partita difficile, ma io sono fiducioso che le prossime tredici sfide verranno disputate al massimo».

Il fattore campo – «In certi stadi credo che non sarà così determinante. Il gruppo che ha più carattere e più “mentale” avrà la meglio. Noi, pensando all’Europa League, abbiamo vissuto certe esperienze con poco pubblico. I ragazzi hanno “scavato” interiormente e sono stati capaci di dare il meglio di sé».

La tattica – «Dipenderà dalla mentalità di ogni squadra. Gli sforzi fisici saranno dispendiosi, ma i cinque cambi a disposizione danno più possibilità allo staff, che dovrà essere bravo a valutare tutte le situazioni. Noi sappiamo che, difensivamente, siamo la terza forza del campionato. Dobbiamo rimanere solidi in difesa, sapendo di avere degli elementi importanti là davanti. In queste ultimi incontri sarà il gruppo a fare la differenza».

Rangelo Janga – «L’ho ritrovato molto determinato e convinto di sé. Ha svolto quattro ottime settimane di allenamento. Anche noi dovremo scoprirlo. Lui sa tenere palla, spizzare di testa ed è un aiuto per la retroguardia. Oggi abbiamo però un Alexander Gerndt in più, così come il nostro capitano Jonathan Sabbatini, un ragazzo che sa dettare i tempi e che sa fare la differenza».

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