FC Lugano, l’analisi post-Zurigo: le acque della Limmat come il Reno, più si soffre e più si esce dal campo con il sorriso

scritto da Claudio Paronitti

Trovando il terzo successo consecutivo lontano dalle mura amiche in campionato, il Lugano ha conquistato i punti numero 7, 8 e 9 della nuova stagione

Quando si è rientrati dagli spogliatoi e dalla pausa di metà partita, i bianconeri hanno lasciato troppi spazi di manovra a uno Zurigo che non intendeva uscire ancora battuto da un’annata finora con più ombre che luci. A molti è parso osservare una squadra ticinese simile a quella che ha affrontato il Basilea un paio di settimane or sono sotto le volte del St. Jakob-Park. Allora, il dominio renano è stato evidente su tutto l’arco della partita e ieri la miglior proposizione biancoblù è risultata lapalissiana nel corso della seconda frazione dopo un primo tempo sostanzialmente equilibrato. Ma, proprio come capitato sulle sponde del Reno, anche le acque della Limmat hanno portato bene ai protetti di Mattia Croci-Torti, i quali hanno conquistato la terza vittoria consecutiva esterna sulle quattro sinora affrontate.

Se vogliamo analizzare a fondo la prestazione dei luganesi, possiamo sottolineare come essi hanno sì mantenuto un atteggiamento da lottatori anche nei momenti di pressione locale, faticando però a proporre una manovra fluida su di un terreno mal ridotto e che costringerà i biancoblù a optare per il Kybunpark di San Gallo per la gare casalinghe europee. Il successo dei sottocenerini non è stato propio meritato, ma le occasioni, si sa, occorre sfruttarle quando si riescono a creare. E una volta di più, Mohamed El Amine Amoura e compagni hanno dimostrato che, pur soffrendo, sono in possesso di quelle capacità che offrono loro la gioia finale. Che sia meritata o meno, si potranno utilizzare litri di inchiostro. Cosa che non intendiamo fare, perché all’orizzonte c’è già un duello ancor più complicato, al Wankdorf contro lo Young Boys.

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