FC Lugano, l’analisi post-Winterthur: una boccata d’ossigeno necessaria e salutare per dare veramente il via alla stagione

scritto da Claudio Paronitti

L’ultima fatica del mese di luglio del Lugano si è chiusa con il primo sorriso pieno. A seguito del 4-1 conseguito sotto le volte della Schützenwiese, i bianconeri riescono finlamente a gioire e a issarsi al sesto rango della graduatoria di Credit Suisse Super League

Davanti a 7’800 spettatori, gli ospiti hanno disputato un’ottima prima parte, peccando esclusivamente con l’erroraccio di Milton Valenzuela che ha mandato in rete Roman Buess all’undicesimo minuto. Per capovolgere completamente la situazione è bastato un breve lasso di tempo, sopraggiunto tra il ventesimo e il trentunesimo, e un tris di reti iscritte da Žan Celar, Maren Haile-Selassie e un Mattia Bottani formato «deluxe». Il #10 è stato il protagonista assoluto di questo periodo particolare. Poi, forse pago della decisiva prestazione fornita, si è spento nel corso della seconda parte, riaccendendosi con un cross su cui Mohamed Belhadj ha colpito un clamoroso palo pieno.

Una squadra a due facce – primi quarantacinque giri di lancetta in totale controllo e i secondi vissuti con il fiatone e con un po’ di affanno – è finalmente riuscita a conquistare i primi tre punti della sua stagione. Siamo ancora alle battute iniziali del campionato e occorre ovviamente trovare gli automatismi tra i vari nuovi elementi arrivati nel corso della sessione di mercato (che molto probabilmente regalerà qualche altro colpo nelle prossime settimane). La strada sembra essere quella giusta. Ora, non resta che confermarla giovedì sera, al debutto europeo contro gli israeliani dell’Hapoel Be’er Sheva. Sarà questo il vero banco di prova di questa prima parte di estate. Perché, con tutto il rispetto per il neo-promosso «Winti», non è una vittoria con i Leoni (pur essendo importantissima per il morale) che ha la capacità di spazzare via le recenti nuvole grigie.

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