Quattro reti, tre punti e secondo posto in cassaforte. È stata una serata ideale (seppur dal clima più invernale che primaverile) per un Lugano che sta mettendo in mostra tutte le sue immense qualità
Vincere non era affatto scontato. Specialmente se teniamo conto di due aspetti: il Winterthur proveniva da una striscia di quattro battute d’arresto filate ed è stata l’unica squadra ad aver tolto dei punti ai bianconeri nel periodo d’imbattibilità prima dello scivolone con il San Gallo. Dunque, un avversario da prendere con le «pinze». E così è stato fatto dalla truppa ticinese che, cosciente della forza della squadra di Patrick Rahmen (futuro tecnico dello Young Boys), ha provato a incanalare la sfida sin dalle prime battute sui binari del dominio territoriale e del possesso palla. Ciò non ha però portato a ghiotte occasioni da rete (eccezion fatta per un chiaro fuorigioco di Shkëlqim Vladi culminato con un punto giustamente annullato). Incassato poi il punto di Aldin Turkes, i ragazzi di mister Mattia Croci-Torti reagiscono con la qualità che gli si addice, a partire da capitan Jonathan Sabbatini, tornato titolare dopo la panchina iniziale dello scorso sabato a Berna.
E come non citare Uran Bislimi e Renato Steffen. Mentre per il secondo (autore di una favolosa proiezione solitaria per il provvisorio tris) la convocazione in nazionale per i Campionati Europei è scontata (Murat Yakın ufficializzerà nell’odierna tarda mattinata la lista), per il primo il profumo di una chiamata per il maggior torneo continentale per nazionali è tale da fargli vivere una serata (l’ennesima) da protagonista. Prima un dribbling ubriacante «alla Lionel Messi» murato da Markus Kuster, poi il gol da vero bomber e infine un’altra chance respinta con il palmo della mano dall’estremo difensore zurighese. La chiusura non poteva che essere dedicata a Žan Celar, che con il quattordicesimo sigillo personale torna al primo posto della classifica marcatori distanziando di un centro il collega spagnolo Kevin Carlos (Yverdon).