FC Lugano, l’analisi post-San Gallo: la «mini-crisi» del campionato è giunta in modo rapido, occorre evitare di renderla «totale»

scritto da Claudio Paronitti

Reduce da una settimana impegnativa e conclusasi con una battuta d’arresto contro lo Zurigo che sta oramai diventando la «routine», il Lugano è tornato a calcare il terreno amico di Cornaredo, affrontando i dirimpettai del San Gallo, una delle formazioni più in forma dell’élite rossocrociata di questa prima parte di nuovo anno solare che ha conquistato una vittoria meritata e, nel complesso, anche più semplice del previsto

Senza voler essere troppo pessimisti, iniziamo con l’affermare che il duello che ha aperto la 22a giornata di Credit Suisse Super League è stato povero di emozioni e, oggettivamente, uno dei peggiori mai visti in stagione al Sud delle Alpi. Sfilacciati e autori di una serie infinita di errori (specialmente nella prima frazione di gioco), i bianconeri si sono fatti del male da soli, regalando a Kwadwo Duah il vantaggio dopo appena cinque minuti. La seconda indecisione in altrettante partite da titolare di Kevin Rüegg è stata fatale ai fini del risultato conclusivo. L’ex-capitano dello Zurigo, assieme a un nervoso Numa Lavanchy e un irriconoscibile Sandi Lovrić (curiosamente, due degli elementi che lasceranno il club in estate…), prosegue il suo momento-no da quando è sbarcato sulle sponde del Ceresio.

Una serie di prestazioni non all’altezza della situazione ha fatto in modo che, per la quarta volta nelle ultime cinque partite di campionato, i ragazzi di mister Mattia Croci-Torti siano usciti dal terreno amico senza reti all’attivo e, di conseguenza, senza punti da aggiungere al carniere. Il problema riguardante i palloni che superano gli estremi difensori avversari è noto da tempo. Oggi, dare le colpe ai soli elementi del reparto offensivo è troppo semplice. Il Lugano non ha un vero bomber in rosa dagli anni in cui un certo Armando Sadiku faceva faville assieme al suo compagno preferito, ossia quell’Ezgjan Alioski che in questo periodo si sta godendo una vita in Arabia Saudita. Žan Celar, a segno a sole tre riprese, è l’unico centravanti di ruolo presente nella rosa bianconera. Non gli si può chiedere di essere decisivo se non gli vengono serviti dei palloni giocabili e, di riflesso, possibili a gonfiare le reti.

E allora che fare? Come sempre, bisognerà continuare a lavorare ancor più intensamente a testa bassa senza farsi influenzare da ciò che accade all’esterno del terreno (questioni rinnovi su tutto). La prossima partita con il Servette potrebbe essere quella della svolta per riprendere in mano il proprio destino in campionato. Per contro, potrebbe acuire ancor di più una crisi che da «mini» si trasformerebbe in totale.

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