Nel quadro della sesta partita del Gruppo A di UEFA Europa League, lo Zurigo è volato sino a Londra per affrontare sul terreno dell’Emirates Stadium l’Arsenal con ancora qualche speranza di giungere terzo e ottenere il pass per i sedicesimi di finale di UEFA Europa Conference League. La base per ciò è un successo, che però non è arrivato, perché ad aggiudicarsi l’incontro sono stati i Gunners (1-0), rimasti al primo posto e qualificatisi direttamente agli ottavi di finale. Per i tigurini la campagna continentale termina qui
Gli uomini di Bo Henriksen, reduci da due vittorie consecutive, avviano la sfida in maniera coraggiosa e senza alcun timore al cospetto della capolista di Premier League, che dal canto suo giunge da una manita rifilata al Nottingham Forest. Pur non creando grandi grattacapi ad Aaron Ramsdale, i tigurini sono molto ben messi in campo e sembrano giostrare con più serenità rispetto al passato più recente. Al diciassettesimo, dal nulla, un mancino bloccato da Fábio Vieira arriva sul mancino di Kieran Tierney, il quale conclude in diagonale non lasciando scampo a Yanick Brecher e facendo gioire il sempre numeroso pubblico dei Gunners. Poco dopo la mezz’ora, un botta e risposta tra Jonathan Okita e Eddie Nketiah mette in mostra le qualità dei due estremi difensori, i quali non si fanno sorprendere risultando decisivi ai fini di mantenere intatto il punteggio del momento di uno a zero, che permane sino al duplice fischio del belga Erik Lambrechts.
La prima parte della ripresa è tutta di marca locale, senza reali pericoli per la porta zurighese. Si arriva in questo modo alla metà di essa con il pallone che Adrián Guerrero trasforma in rete dopo parata di Aaron Ramsdale su tiro Antonio Marchesano. La sfortuna vuole però che il terzino spagnolo si trovi in posizione di fuorigioco, il che annulla tutto. La dea bendata volta poi le spalle agli ospiti, dato che all’ottantesimo il neo-entrato attaccante ucraino Bohdan Viunnyk va a un passo dall’assicurare una favolosa rete. Il suo mancino dai venti metri termina a un palmo dall’incrocio dei pali, negando una gioia che, obiettivamente, sarebbe stata più che meritata per gli sforzi profusi dai prossimi avversari del Lugano soprattutto per quanto offerto negli ultimi venti minuti di gara.