Con l’inizio della preparazione invernale lo Slavia Praga ha annunciato di essersi liberato di alcuni giocatori sotto contratto
Uno di questi è una vecchia conoscenza del calcio svizzero: Marc Janko. Il 34enne attaccante austriaco ha giostrato nelle fila del Basilea fino al termine della scorsa stagione, per poi essere ceduto – una volta portato a termine il proprio accordo con la società renana – al club della capitale ceca allenato dall’italiano Andrea Stramaccioni (ex Inter e Udinese).
Nella città boema, Janko non è riuscito a conquistare lo spazio che tanto cercava. Sarà stato per la concorrenza interna che sulle rive del Reno era circoscritta al solo compagno di reparto Seydou Doumbia, sarà per la differenza di calcio che si propone in Repubblica Ceca: fatto sta che la punta centrale di 1 metri e 96 centimetri d’altezza è stato scaricato – al pari di altri suoi colleghi (Mandjeck e Jonathan Biabiany) – ancor prima della ripresa degli allenamenti, fissata per la giornata di ieri.
Come indicato dal nuovo direttore sportivo Zdeněk Ščasný i tre “non sono responsabili per le cattive prestazioni fornite in autunno dalla squadra, perché tutti hanno delle colpe, incluso lo staff tecnico. Se ne vanno in quanto è stato valutato il loro contributo, così come i loro (onerosi, ndr) contratti. Dopo aver analizzato il tutto abbiamo deciso di rinunciare a loro tre per i nostri piani futuri”.
Riuscire ad accaparrarsi un bomber esperto, di razza e conoscitore della Raiffeisen Super League come Marc Janko – in carriera già giocatore di Red Bull Salisburgo, Twente Enschede, FC Porto, Trabzonspor e Sydney FC – non è semplice, in particolare per una società come il Lugano, che deve sempre pensare al bilancio senza fare il passo più lungo della propria gamba. Un pensierino però si potrebbe fare (magari è già stato fatto). Si sa che i bianconeri sono alla (quasi) disperata ricerca di un giocatore al gol facile. L’austriaco è uno di questi. Con la carriera oramai agli sgoccioli entrambi sono chiamati al sacrificio, se vorranno intavolare una trattativa. La volontà – e in fondo è quella che conta – dovrà però essere reciproca.