BCL: che tipo di stagione ci dovremo aspettare?

scritto da Redazione

Ancora non ci ha provato nessuno. Perché è troppo presto oppure perché sarà la solita monotona solfa?

I pronostici sul prossimo campionato di Challenge League possono essere incerti quanto si vuole, ma non sarà il mercato a delinearne meglio i valori. Se potrà essere il torneo delle sorprese, ci auguriamo almeno che possano essere positive. Speriamo almeno che a marzo nessuno comunichi di volersi ritirare dal torneo e che la promozione possa diventare un gioco almeno a due mani. Dividere in tre fasce le dieci squadre lo hanno già fatto altri: Losanna, Servette, Sciaffusa, Vaduz in quella alta; Aarau e Rapperswil in mezzo; Chiasso, Kriens, Wil e Winterthur in quella ultima.
Condivisibile o meno, cambia poco in prospettiva: soprattutto perché alcune piazze puzzano di aria malsana, allo stadio ci vanno i soliti over 50 o giocatori in cerca di una sistemazione e la volontà di cambiare dall’alto è stata plausibile unicamente per aver (re) introdotto la formula del barrage per salire in RSL. A parole (come giusto che sia) sono tutti pieni di buoni propositi nel lancio della campagna abbonamenti, ma le favole da vendere al mercato delle illusioni sono finite dappertutto.
Forse ovunque tranne a Winterhur, dove la smisurata passione ha dimostrato di avere radici solide che vanno oltre un risultato. Dal prevedibile deserto del “Lipo Park” passando per il gelo della “Praille” ed il freddo della “Pontaise”, ci attendono liste di partite che non arriveranno nemmeno a 1000 spettatori: giusto per citare realtà ambiziose che nonostante la buona volontà e una cura professionale del proprio marchio non riescono a portare gente allo stadio. Siamo ai minimi storici, ma non è vero che il calcio ha segnato un calo di interesse.
Il problema non è solo la qualità di quanto viene offerto. Il problema – lo ha dimostrato Sciaffusa – non è solo quello delle strutture. Lasciamo ora che sia la nuova formula a chiarire se il male fosse quello. Poi arriveranno giocoforza ad allargare il numero delle squadre. Infine, toglieranno i quattro “head to head” stagionali per tornare al passato. Magari con il vecchio produttivo playoff promozione e quello retrocessione. Un girotondo come una corsa intorno a un cerchio, o se meglio preferite, come un disco che gira. E come dice qualcuno: ” non è nemmeno in classifica”.