AC Taverne, il post-Schattdorf con mister Meroni: «È una promozione raggiunta grazie a continuità e impegno esemplare»

scritto da Claudio Paronitti

I sorrisi che già si intravedevano sui volti dei ragazzi al termine del poker rifilato al Novazzano la settimana precedente sono diventati effettivi dopo la trasferta di Schattdorf, che ha confermato una favolosa promozione nella categoria superiore di un dominante Taverne

Alla conclusione della sfida in territorio urano, ci siamo come di consueto rivolti al condottiero di questa «macchina perfetta», mister Damiano Meroni, il quale ci ha rilasciato l’abitudinaria intervista post-partita. Eccola di seguito.

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Mister, vittoria a Schattdorf, promozione conquistata e primi di gruppo (in virtù di un’ottima classifica «Fair-Play») a due partite dalla fine…

«Sapevamo che la partita avrebbe chiuso il discorso relativo alla vetta della classifica. Volevamo conquistare i tre punti e quando vi è questa voglia si rischia di rimanere “bloccati”. È quanto è successo a noi nel primo tempo, dove eravamo leziosi nel gioco e in “versione bradipo” nel prendere le decisioni contro una giovane squadra di casa che, sul piano del dinamismo e della volontà, è stata impeccabile. Sotto di una rete alla pausa, nel secondo tempo abbiamo cambiato registro e, muovendo più velocemente la palla, abbiamo messo in difficoltà l’avversario. Nel giro di una decina di minuti abbiamo girato il match fin sul 3-1 grazie a Lucas Inguimbert, Giovanni Guaita e Dušan Cvetković. Nei minuti di recupero, infine, è giunta la seconda rete locale.

È una promozione raggiunta dopo una stagione fatta di continuità e impegno esemplare, sia nelle partite ma soprattutto nel lavoro settimanale. I ragazzi si sono messi a disposizione anche nei giorni in cui non erano previsti allenamenti. Negli ultimi mesi, abbiamo addirittura svolto qualche seduta sul mezzogiorno con 3-4 unità per impegni di scuola e lavoro. E quando c’è disponibilità, tutto si semplifica».

Quali dunque i segreti della vittoria?

«A saperlo, si riproporrebbe ogni anno. Penso però che oggi si raccoglie il frutto di un percorso iniziato tre anni fa, quando si è sempre cercato di far passare un discorso di unità di squadra, di comportamenti in campo e dell’importanza dei ventitré che si hanno a disposizione. Poi, l’individualità è necessaria, ci mancherebbe, ma sempre in un contesto di squadra. Questo è quanto ci ha permesso di essere competitivi».

Personalmente, una prima esperienza fuori distretto e un’ulteriore gratifica sportiva…

«Quest’anno, i momò nel Luganese sono di moda… È vero, dopo aver girato nel distretto (Morbio, Mendrisio e due volte Castello), queste tre stagioni a Taverne mi hanno fatto conoscere un nuovo ambiente e nuove persone. E quando incontri passione e brava gente è sempre un piacere scoprire nuove società. Dopo il campionato di Terza Lega vinto con il Morbio, quello di Seconda Lega conquistato con il Castello, anche il girone di Seconda Interregionale è una soddisfazione. C’è voluto qualche anno per raggiungerlo. Meglio tardi che mai…».

A questo punto, a chi vanno i maggiori ringraziamenti?

«Senza società, staff e giocatori è difficile fare qualcosa d’importante. A loro va la mia massima gratitudine. Al Presidente Carlo Burà, poi, una riconoscenza particolare. È un vero trascinatore umorale, nel bene e nel male, ma sempre in prima linea. A Maurizio Fabbri, che ha allenato con me la squadra. A Claudio Piccoli, che ha tenuto i portieri “sul chi vive” in modo professionale. A Francesco Curatolo, che ha lavorato nel recupero dei giocatori in modo encomiabile, permettendoci di avere nel minor tempo possibile i ragazzi pronti all’utilizzo. E poi, ovviamente, anche alla squadra. Da chi ha avuto meno minuti sul campo, ma forse più voglia di chi ci andava, ai più giovani per arrivare ai più navigati. A tutti un grande plauso da parte mia».

Ora, lo sguardo è già rivolto al prossimo campionato?

«Spiacente, ma abbiamo ancora due partite da giocare contro Gambarogno-Contone e Ibach. Non è ancora giunto il momento di rilassarci. I ragazzi lo sanno. Quindi, godiamoci con serietà e serenità questi ultimi quindici giorni della stagione».

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