2L: Sementina e coronavirus, mister Berriche “Nulla accade mai senza motivo, forse la natura…”

scritto da Roberto Colombo

L’allenatore del Sementina: «Il calcio manca a tutti, ma adesso le priorità sono altre. Sono certo che quando torneremo in campo sarà tutto più bello e intenso. Non vedo l’ora».

BELLINZONA – Il nostro viaggio di opinioni su come le squadre del calcio regionale stanno vivendo l’emergenza coronavirus arriva oggi a Sementina, ex comune autonomo sulla sponda occidentale del fiume Ticino che nel 2017 è stato accorpato (come i vicini Gudo, Giubiasco e Monte Carasso) a quello di Bellinzona. Abbiamo fatto due chiacchere con Maurizio Berriche che a gennaio era tornato sulla panchina del Sementina (Seconda Lega) dopo averlo già allenato per sette stagioni prima delle ultime due (e mezzo) al Cadenazzo.

CHALCIO – Ciao Mister, coronavirus, una tua riflessione sull’emergenza che stiamo vivendo…

Maurizio Berriche: «Per la stragrande maggioranza delle persone è una situazione nuova e mai vissuta, che ci sta mettendo a dura prova. Niente o nessuno negli ultimi 60 anni ci aveva obbligati a stare a casa con tutte le privazioni che stiamo vivendo. Per il bene di tutti è stato importante (e lo è tuttora) rispettare le disposizioni che ci sono state comunicate. Solo così potremo tornare alla normalità. Tuttavia, anche quando tutto sarà finito, credo che qualcosa nelle nostre abitudini non sarà più come prima. Nulla accade mai senza un motivo, forse questo è stato il modo che la natura ha scelto per dirci che dovevamo darci una regolata: cambiare qualcosa nel nostro modo di vivere e di rapportarci sia alle persone che alle cose. In maniera nuova, più rispettosa, più consapevole e più umana rispetto a quanto fatto sino ad oggi».

CHALCIO – Condividi la decisione, ufficializzata nei giorni scorsi, di annullare i campionati?

Maurizio Berriche: «Il calcio manca a tutti, ma in questo momento trovo che sia giusto metterlo in secondo piano e lasciare spazio a cose molto più serie e importanti. Vorrei però anche aggiungere che il calcio, pur non essendo una priorità, ha comunque un suo valore e una sua dignità: mi riferisco soprattutto all’aspetto sociale ed educativo. Fare sport e fare calcio non è soltanto correre dietro a un pallone, ma è anche e soprattutto stare insieme, creare rapporti e amicizie, imparare il rispetto e il sacrificio. Credo che questo non vada mai dimenticato e spero che si possa riprendere a fare calcio il prima possibile».

CHALCIO – Immaginiamo, il peggio è alle spalle, siamo di nuovo in campo per allenamenti e partite, e fuori per buvette, cene e pizzate. Secondo te, dal punto di vista psicologico, cambierà qualcosa nel rapporto con i propri compagni o avversari? Avremo paura?

Maurizio Berriche: «Come ho detto prima forse quello che sta succedendo è il modo con cui la natura ha voluto insegnarci qualcosa, quindi dovremo cambiare qualcosa nei nostri comportamenti. Tuttavia, per quanto riguarda il calcio, sono certo che quando l’emergenza sarà finita per tutti noi sarà ancora più bello e intenso tornare sul campo per allenarci, stare insieme, divertirci, soffrire e gioire».

CHALCIO – Lasciamoci con un messaggio positivo…

Maurizio Berriche: «Questa situazione ci farà crescere e ci renderà persone migliori, dobbiamo continuare a pensare positivo. Tutti insieme ce la faremo».

Leggi anche questi...